mercoledì 11 agosto 2010

ITALIA, FALSA PARTENZA


Ostacolo troppo alto, per una prova di esordio, non gli sparring-partners comodi di altre stagioni, la Costa d'Avorio vanta levatura internazionale notevole, alla giovane Italia non bastano impegno e convinzione. Qualche rimpianto per il palo di Motta in avvio di ripresa, poco prima che Kolo Toure, specialista in acrobazia, sfruttasse di testa un cross da destra e il sonno della difesa azzurra. Non sono mancate le occasioni per il pari, ma sul piano del gioco gli africani hanno mostrato superiore levatura, grande velocità e doti di palleggio notevolissime. Se vogliamo trarre un'indicazione inconfutabile da questa prima uscita dell'Italia in edizione riveduta e corretta, viene dalla conferma di quanto colossale fosse stata l'idiozia dell'esclusione di Antonio Cassano dall'Armata Brancaleone spedita in Sudafrica.


Il genietto di Bari Vecchia si è subito appropriato del suo ruolo di protagonista, confermando di avere dimenticato le pastoie caratteriali che per troppo tempo lo avevano messo in discussione. Una perla nella grigia serata londinese, che però ha saputo far apprezzare la grande volontà e anche l'impertinenza dei ragazzi ai quali Prandelli ha affidato la ricostruzione. Si può sperare. Si impone una considerazione fondamentale, su qualcosa di inedito negli ultimi anni di storia azzurra. Si parla del pesante debito di esperienza che la giovane Italia è stata costretta a fronteggiare contro una formazione tra le più collaudate del mondo proprio per il fattore anagrafico. Aggiungiamoci anche lo spettacolo non esaltante di uno stadio semideserto e il diluvio che non ha concesso tregua. Fattori negativi, però rimangono valutazioni positive, legate a quel primo tempo avviato con apprezzabile spavalderia dai nostri ragazzini, alle prese con la fase di addestramento per un'interpretazione tattica che pretende tempo per un'assimilazione completa. Nessun cedimento agli svolazzi, ma un impegno costante e convinto, anche da parte di chi conosce il ruolo di protagonista. Come Balotelli, perfetto nell'esecuzione dell'Inno di Mameli, alla faccia del gregge di Borghezio, e votato a rincorrere ogni avversario con umiltà e determinazione. Ma la nota più importante della prima metà di gara la ha offerta un Cassano disposto alla corsa e al sacrificio, senza lesinare i suoi gioielli stilistici.


Vicini al gol Balotelli e De Rossi, autorevole leader, su calcio piazzato, appena fuori tempo Amauri, unica punta, su prezioso cross corto di Fantantonio nel finale di tempo. Chiellini spesso chiamato a dirimere situazioni allarmanti, la velocità e il palleggio stretto degli ivoriani esiziali, anche per la capacità di presidiare tutte le zone di attacco. Per Gervinho l'occasione più nitida, palla fuori da posizione ideale, non ha dovuto produrre miracoli Sirigu, impegnato da Eboue. Ripresa viziata, al solito, da un eccesso di sostituzioni, ognuno ha giocato per sé, non la via migliore per una non impossibile rimonta.

domenica 8 agosto 2010

LA NUOVA ITALIA

Ecco Cassano e Balotelli in azzurro, sarebbe riduttivo aggrapparsi al «meglio tardi che mai». Prandelli, nel quale è giusto riporre fiducia, il campionato non intende ignorarlo. L’Italia, che martedì affronterà la Costa d’Avorio, nasce sotto il segno di un’auspicata ventata d'aria fresca.

Un primo appuntamento, con qualche assenza che dovrebbe avere carattere provvisorio, quelle relative ad alcuni dei reduci dal Sudafrica, giudicati non ancora in condizione ideale dopo il ritardo nell'aggregarsi alle rispettive formazioni. Pure ce ne sono, di reduci dalla quella sciagurata disavventura, da Marchetti a Bonucci e Chiellini, fino a un centrocampo quasi al completo con De Rossi, Marchisio, Montolivo e Palombo, ma neanche Pepe si può consideare una punta. A riposo, oltre all'indisponbile Buffon, Pirlo, Pazzini e Gilardino, proprio per un problema di condizione. Ma i nuovi entrati hanno la faccia spavalda dei ragazini terribili, Cassano una naturale icona con un principe ereditario già pronto, il genio e la sregolatezza che Fantantonio sembra avree riposto nell'archivio della saggezza, sono doti peculari per Balotelli, il più invocato e il più atteso al di là degli imprevedibili sbalzi di umore. Nomi nuovi, si è detto, la soggezione dei verdi anni riguarda i cagliaritani Lazzari e Astori, ma anche il milanista Antonini, che avrebbe reclamato maggiore attenzione prima dei Mondiali. Torna Molinaro, fortificato dall'esperienza con lo Stoccarda, torna in azzurro Giuseppe Rossi, garanzia di risorse fresche. In difesa c'è anche Motta, del quale la Roma sembrava avesse una terribile fretta di liberarsi, senza neanche il conforto di qualche spicciolo. La novità più suggestiva riguarda Amauri, passaporto italiano, ma gli oriundi sono un'altra cosa, la giovinezza è un ricordo.

Ritengo fosse più giusto rivolgersi a giocatori che hanno genitori immigrati, ma che sono nati in Italia, proprio come Balotelli. Dagli oriundi, veri o fasulli, la Nazionale ha ricavato nella storia più schiaffoni che trionfi. Basterà ricordare l'unica mancata qualificazione alla Coppa del Mondo, nel 1958, fuori contro gli irlandesi del Nord: c'erano Schiaffino, Ghiggia, Da Costa, Montuori, Firmani, scusate se è poco. Buon lavoro, Cesare, meriti un augurio convinto.

venerdì 6 agosto 2010

SI SCRIVE "CALCIO", SI LEGGE "CAOS"

Il ripescaggio in Serie B della Triestina e di altr 24 società in Lega Pro; le polemiche sulla nomina di Gianni Rivera e sul “peso specifico” dei dilettanti nel calcio italiano; la proposta di dare un indennizzo ai club che “prestano” i giocatori alla nazionale. E’ stato un consiglio federale intenso quello che si è svolto l’altro ieri. Facendo il punto sulla crisi della Lega Pro, il presidente Mario Macalli ha annunciato il recupero della Triestina (al posto dell’Ancona) in serie B; di Paganese, Pavia, Siracusa, Barletta, Gela, Bassano, Nocerina e Pisa, in Prima Divisione; e di Bellaria, Matera, Carrarese, Carpi, Pro Belvedere, Pomezia, Latina, Casale, Trapani, Virus Entella, Vigor Lamezia, Campobasso, L’Aquila, Avellino, Renate e Sanremese, in Seconda Divisione.


La giornata ha vissuto qualche momento di tensione, poco dopo, durante le nomine di Roberto Baggio presidente del Settore Tecnico, Gianni Rivera presidente del Settore Giovanile e Scolastico e Arrigo Sacchi coordinatore tecnico delle Nazionali giovanili. In particolare su Rivera ci sono stati problemi perché il presidente dei dilettanti, Carlo Tavecchio, ha deciso di astenersi (un po’ per rivendicare più potere, un po’ perché aveva candidati suoi, un po’ perché Rivera è da sempre un personaggio scomodo). L’astensione di tavecchio non ha comunque impedito la nomina e il completamento del quadro tecnico per il rilancio del calcio nazionale voluto da Giancarlo Abete, che ha ribadito un’altra proposta: un indennizzo alle società che prestano giocatori alla Nazionale su una media delle fasi finali delle ultime due manifestazioni di Uefa e Fifa, e cioè Europei e Mondiali. Un messaggio di pace, dopo la polemica sugli extracomunitari, ai club di A.


A seguito delle decisioni assunte dal Consiglio Federale del 4 agosto, durante il quale sono stati ufficializzati i ripescaggi in Lega Pro di 16 società di Interregionale e l’esclusione di Pianura, Colligiana, Boxano, Gaeta, Igea Virus, Pro Sesto, Noicattaro, Vico equense, Casoli, cecina, Domegliara, il massimo campionato dilettantistico ha aperto le porte ad altre 20 formazioni che hanno fatto richiesta di ripescaggio nei termini e nelle modalità previste dalla procedura supervisionata dalla Co.Vi.So.D. A tal proposito si è provveduto a integrare l'organico con le seguenti società: Fiorenzuola, Santhià, Sporting Terni, Castelnuovo Sandrà, Arzachena, Novese, Castel San Pietro Terme, Voluntas Spoleto, Derthona, Jesina, Bacoli Sibillla Flegrea, Virtus Pavullese, Monteriggioni, Camaiore, Noto, Arzanese, Castiadas, Montecchio Maggiore, Francavilla Calcio, Treviso.