martedì 23 febbraio 2010

COME SALVARSI SE MANCA IL FRANCAVILLA?

I limiti della squadra. L’impotenza della società. La disperazione dei tifosi, la paura di non farcela. C’è tutto per retrocedere, anche se qualcosa manca ancora. Manca l’ufficialità dei numeri. Mancano dodici partite. Ma c’è una mancanza ulteriore, che copre tutte le altre, annullandole e vanificandole. Manca il Francavilla. La squadra che dovrebbe salvarsi non c’è. E’ questa la constatazione più amara, dopo la sconfitta interna contro il Bacoli. Il Francavilla è definitivamente quello che appare: una squadra incompiuta, che non smetterà mai di cercarsi. Una squadra che perde con la disinvoltura del Francavilla non dovrebbe nemmeno essere considerata una squadra. E’ solo una pesante utopia, un grande inganno, una stanca illusione. Il Francavilla non esiste. Forese in questa stagione non è mai esistito. Forse ce lo siamo inventati noi che lo seguiamo e gli vogliamo bene. E nell’eccitazione generale in cui la sua e la nostra storia sembrava dovessero cambiare, abbiamo visto ciò che ancora non c’era. E adesso verifichiamo la forza utile di quella costruzione, la sua assenza di logica e di peso specifico. Il Francavilla visto domenica continua ad essere una squadra sbagliata. Lo è stata come idea tecnica e come progetto tattico. Non c’era nulla a tenerlo insieme, né un momento di gioco, né la colla dinamica del pressing, né i colpi isolati dei singoli. Solo impegno vago, applicazione di facciata, impeto spesso fuori controllo. La puntuale sconfitta casalinga è la conferma ulteriore di un deficit strutturale mai colmato. Riempito un po’ alla rinfusa, ammassando giocatori inadatti e palesemente fuori condizione.Giocatori che non hanno tolto e non hanno aggiunto. Si sono semplicemente resi compatibili al contesto, adagiandosi su una situazione apparentemente senza via d’uscita. Un gap con il quale il Francavilla è nato e che, paradossalmente, continua a crescere, anziché deperire. Un deficit non solo di carattere tecnico, tattico e organizzativo. Ma soprattutto identitario. Il Francavilla non ha identità psicologica perché si frantuma spesso alla prima difficoltà. Non ha un’identità agonistica perché è sempre incerto sull’atteggiamento da assumere (non è una squadra dedita alla manovra offensiva, né si esalta nel puro contenimento). Non ha – ed è forse questo l’aspetto più preoccupante – un’identità societaria, una rassicurante stabilità di pensiero e di azione (l’approssimazione con la quale si è tardivamente messo in moto sul mercato, scontando diffusa incapacità e prolungata inerzia, ne costituisce la prova lampante).

Sono tante, tantissime le domande a cui il Francavilla, nelle partite che restano, è chiamato a dare una risposta. Domande cariche di angoscia e di presentimenti. Senza gioco non si può vincere. Senza identità non si può giocare. Il gioco e un’identità: a fine febbraio una squadra che non ha trovato né l’uno né l’altro ha già perso la prima scommessa. Quella con se stessa. Presto non ci saranno più storie nel cesto, né slanci, né speranze, né calcoli. Presto non ci saranno più partite da raccontare. Finché, però, rimane in piedi un briciolo di possibilità, conviene non sottrarsi a questa specie di negazione dell’evidenza. Nel calcio, non si sa mai.



domenica 21 febbraio 2010

FRANCAVILLA TERRA DI CONQUISTA ANCHE PER IL MODESTO BACOLI

Diligente sempre, audace quando serve. Il Bacoli a Francavilla Fontana vince così: da squadra matura, serena e coesa. Persuasivo solo all’inizio. Il Francavilla soccombe così: da squadra in crisi di identità. L’esito dello scontro di coda è pertinente. Rispetta il merito, tiene conto del disagio. Il merito è del Bacoli, che sul sintetico del ‘Giovanni Paolo II’ si ritaglia una partita lucida e tagliente. Una partita quasi perfetta (senza quell’approccio esitante e impersonale avrebbe incontrato la perfezione). Lucida perché priva di sbavature, tagliente perché, al culmine della fatica e all’apice dell’attenzione, i biancazzurri riescono a far sanguinare la retroguardia pugliese. Il disagio, invece, è interamente del Francavilla, che poco dà (alla contesa) e niente trova (nel risultato). Una partita piena di stenti, di esitazioni, di ripensamenti. Una prova sconclusionata, senza progettualità nella manovra e senza idee. Parte discretamente il Francavilla che crea subito tre occasioni, due con Maraschio e una con Malagnino. Al 21’ è proprio Maraschio ad aprire le marcature per i padroni di casa, finalizzando di testa una lunghissima rimessa laterale battuta da Kouyo. Alla mezz’ora è proprio Kouyo a mancare il raddoppio, mandando clamorosamente una scomposta respinta di Polizzi su una conclusione di Paglialunga. La ripresa si apre con l’espulsione dell’attaccante bacolese Mariniello: episodio contestatissimo dalla panchina ospite e dallo stesso calciatore, in quanto i rabbuffi erano rivolti ad un suo compagno di squadra e non al segnalinee che in quel frangente era in linea con lo stesso calciatore. Al 22’ giunge la rete del pareggio con Coperchio che scatta sul filo del fuorigioco, si incunea verso l’area di rigore e trafigge con un preciso pallonetto l’incolpevole Palmieri. Al 31’ il gol che assegna la vittoria ai campani: Coperchio si esibisce in una giocata umiliando il terzino avversario Dambra, entra in area e serve sul piatto d’argento a Castiglione che di destro trafigge ancora una volta Palmieri.


FRANCAVILLA F.NA-BACOLI SIBILLA 1-2

FRANCAVILLA: Palmieri 5; Trovato 5,5 Anglani 5,5 Kouyo 5, Dambra 5; Novielli 6 Salvestroni 6 Paglialunga 6; Schirinzi 5 Maraschio 6 Malagnino 5. A disp.: Di Punzio, Del Zotti, D’Amario, Paciullo, Russo. All. Francioso 4,5.

BACOLI SIBILLA: Polizzi 5,5; Rainone 6 Esposito 6 Zinno 6,5 Poziello 6; Risi 6,5 Di nolfo 7 Quualano 6; Coperchio 7 Mariniello 6 Castiglione 6,5. A disp.: Incarnato, D’Ambrosio, G. Poziello, Laudiero, Costagliola, Andreozzi. All.: Somma 6

ARBITRO: Marchesini di Legnago 6,5

MARCATORI: 21’ pt Maraschio , 22’ st Compierchio, 31’ st Castiglione.

NOTE: Spettatori 400 circa. Espulsi per proteste al 10’st Mariniello e al 47’st Salvestroni. Ammoniti: Trovato, Kouyo, Malagnino, Rainone, Risi, Zinno.

venerdì 12 febbraio 2010

OTTAVIO ANDRIANI PREPARA IN KENYA GLI EUROPEI 2010

É tempo di “migrazione” temporanea in nome dello sport, per un pool di atleti tra cui anche Ottavio Andriani. Per qualche tempo infatti il maratoneta di Francavilla Fontana insieme a Stefano Baldini (olimpionico a Atene nel 2004) e Daniele Caimmi è stato in raduno in Kenya. Per la precisione e la verità (in considerazione dei tempi di stampa del giornale, ndr) gli allenamenti, in terra africana sono iniziati il 7 gennaio per poi concludersi (secondo un calendario precedentemente diffuso alla stampa) il 4 febbraio appena trascorso. Non una vacanza di piacere dunque, ma anzi. Obiettivo infatti dei maratoneti azzurri - stando a quanto è dato sapere - la “corsa” per gli Europei in programma a Barcellona il prossimo 1 agosto 2010. Davvero entusiasmante e per certi versi anche affascinante l’esperienza vissuta dai protagonisti dello sport sul suolo naturale e molto particolare del Kenya. I tre maratoneti corrono infatti nell’ambiente naturale del Kenya, nella Rift Valley a ben 2.300 metri di altezza! Il raduno è servito certamente per ridare energia ai tre atleti, perché oltre alla carta d’identità che segna come anni di nascita numeri come 1971, 1972 o 1974, Stefano, Daniele e Ottavio hanno ancora l’entusiasmo vivo e pieno del senso della sfida. Proprio in Kenya i vecchi amici e maratoneti hanno iniziato il nuovo anno, forse l’ultimo di una carriera piena di maglie azzurre e grandi vittorie. Andriani, Baldini e Caimmi - come documentano le foto trasmesse alla stampa - corrono sulle assolate strade sterrate, in aperta natura e tutto intorno i bambini, tanti e pieni di sorrisi nel Kenya. Al ritorno dall’Africa ora ci saranno gare, avvicinamenti e obiettivi. Rivali in gara, i tre azzurri sono amici per sempre: Stefano Baldini, da non dimenticare, è stato il testimone di nozze di Ottavio Andriani. Il campione olimpico inoltre spesso è ospite della “Città degli Imperiali”, che sempre lo ha circondato dell’affetto non solo di Andriani, di Leone e di Piero Incalza. Ma di tutti i cittadini che lo hanno sempre accolto festosamente e con molto entusiasmo. Baldini ha partecipato anche a diverse edizioni (vincendole) del Memorial “Antonio Andriani” (fratello gemello di Ottavio) che si corre nel periodo di settembre proprio nella “Città degli Imperiali”. Giacomo Leone, altro maratoneta francavillese famoso per aver vinto la maratona nel 1996 a New York si è invece già ritirato dalle corse ufficiali. Ora non resta che attendere gli ultimi “ruggiti” del compaesano, amico di tante sfide, Ottavio Andriani.














giovedì 11 febbraio 2010

IL PUNTO SULLA SERIE D - GIR.H: PRIMO SASSOLINO NELL'INGRANAGGIO DEL NEAPOLIS

Ecco il primo sassolino nell’ingranaggio. Contro i pronostici, il Neapolis Mugnano non va oltre il pari a reti bianche ad Ischia e, dopo quattro vittorie consecutive, deve accontentarsi solo di aver allungato il filotto di risultati. Di fatto però, sono due pesanti punti persi, visto che il Pianura passa anche al “Pinto” di Caserta, grazie ai gol di Manzo e Del Sorbo, inanellando il 17° risultato utile. Ora tra le due battistrada il margine è di una sola lunghezza, ma il Pianura avendo da recuperare la gara con il Casarano (si giocherà mercoledì 17 al “Simpatia”) può appaiare e addirittura scavalcare i cugini. Sarà battaglia e a questo punto anche i dettagli possono fare la differenza. Di sicuro, il Neapolis non potrà più consentirsi una leggerezza come quella commessa da Sergi, assente nelle ultime due gare per un'evitabile espulsione rimediata a gara finita. Dal vertice alla coda, si fa durissima per il Fasano, incappato a Benevento nella 16ª sconfitta stagionale. Solo stravolgendo l'attuale ruolino, fatto di 1 sola vittoria e 7 pareggi, si può realisticamente pensare alla salvezza. Certo, la nuova formula dei playout, che prevede lo spareggio tra la sest'ultima e la terz'ultima formazione della classifica finale solo in caso di distacco inferiore ai 9 punti, è un fattore da non trascurare. Alla regola guardano con attenzione tutte le squadre della seconda colonna. A partire dalla Sibilla Bacoli e dal Pisticci, che in coda sono divise da due punti e sono reduci da stop brucianti nei derby: 4-1 a Pomigliano per gli uomini di Carannante, 1-2 con il Matera per quelli di Arleo. Al momento tra il Pisticci terz'ultimo, Bitonto, Ischia ed Ostuni che sono sulla soglia del sest'ultimo posto a quota 24 ci sono 6 lunghezze. Con la sfida per i playoff tra Casarano e Sant'Antonio Abate, rimandata per la partecipazione del salentino D'Anna al Torneo di Viareggio con la brillante Rappresentativa di serie D ieri approdata allo storico traguardo dei quarti di finale a spese del Genoa, la 24ª giornata ha movimentato la classifica grazie a 6 vittorie su 8 gare. Tra queste i successi del Grottaglie ad Ostuni e della Turris fra le mura amiche contro il Bitonto. Jonici e corallini si ritroveranno di fronte domenica al “D’Amur i”, in un confronto che offre il lascia passare per nuove prospettive di classifica.



giovedì 4 febbraio 2010

IL PUNTO SULLA SERIE D - GIR.H: POMIGLIANO FATALE PER PINO GIUSTO, A MATERA ARRIVA ROBERTO RIZZO

Per la seconda giornata consecutiva, è pausa nel duello a distanza tra Neapolis Mugnano e Pianura. Il turno di riposo osservato in campionato dagli uomini di Castellucci il 27 gennaio e domenica scorsa il rinvio di Casarano-Pianura, dovuto alla convocazione dello juniores salentino D’Anna nella Rappresentativa di Serie D per il torneo di Viareggio, hanno determinato un piccolo break nella sfida tutta campana che verosimilmente deciderà la promozione diretta. In ogni caso, il Neapolis ha ripreso con il solito passo, battendo fra le mura amiche il Francavilla in Sinni. In gol il duo d’attacco Pastore-Fontanella, mentre la squadra di Lazic ha ridotto il passivo con Marsico nel finale. Per la capolista si tratta della 4^ vittoria di fila e dell’8° risultato utile. Vendicata anche la sconfitta dell’andata, sinora l’unica subita fuori casa. Se il Neapolis gode di piena salute, lo stesso non può dirsi per il Sant’Antonio Abate, che sembra tirare il fiato, dopo aver a lungo primeggiato. Dopo la caduta di Ostuni, i giallorossi perdono per mano della Turris anche l’imbattibilità interna in piedi da oltre un anno. Il tecnico Di Nola getta acqua sul fuoco, anche se sarebbe un peccato per i vesuviani non coltivare la prospettiva dei playoff. Chi ci sta credendo con forza è la Casertana, capace di violare il “Chiovato ” di Bacoli con un guizzo di Gilfone all’89 ’ e di inanellare la terza vittoria di fila. Da quarta in classifica, la squadra di Feola potrà cercare l’impresa da copertina domenica con il Pianura. La 23^ giornata ha anche riservato una cospicua serie di pareggi. Quello del Matera, in casa con il Pomigliano, è stato per Pino Giusto l’ultimo atto sulla panchina lucana. Domenica sera il provvedimento di esonero, lunedì l’annuncio di Roberto Rizzo come nuovo allenatore. Dopo il cammino nel Lecce, si ricompone l’accoppiata con Gino Di Mitri, da alcune settimane nuovo ds del Matera. L’1-1, di contro, dà forza al cambio già avvenuto sulla panchina del Pomigliano. Per Corino è infatti il 6° risultato utile, con 14 punti ottenuti senza sconfitte nella gestione. Pareggi a reti bianche e piccoli passi nei derby pugliesi Bitonto-Ostuni (sul neutro a porte chiuse di Canosa) e Fasano-Francavilla Fontana. Nelle retrovie fa un piccolo passo anche il Pisticci, impattando ad Angri, mentre fa un gran balzo l’Ischia, espugnando il “D’Amuri” di Grottaglie con la cavalcata di Trofa all’89 ’. Si sono recuperate ieri le due gare rinviate per maltempo, entrambe riguardanti le zone basse della classifica. Il Pisticci si è imposto sul proprio terreno per 2-0 contro il Fasano. Le reti sono giunte a cavallo dei due tempi: allo scadere della prima frazione D'Aniello ha trasformato un calcio di rigore, quindi il raddoppio di Lupacchio al 2' della ripresa. Nell'altra gara, 1-1 tra Ischia e Sibilla Bacoli: padroni di casa in vantaggio con Schettino al 16', pareggio ospite di Castigilione al 26' del primo tempo. Il Pisticci si porta così ad un solo punto di distacco dal Francavilla, mentre il Bacoli rimane penultimo a quota 16.

PEPPE FEBO. “HO IL BASKET NEL SANGUE, NEL CUORE E NELL’ANIMA”

E’ il ragazzo che ogni madre vorrebbe. Ed è il giocatore che qualunque allenatore sognerebbe. Peppe Febo è un tipo concreto, con pochi fronzoli e molta, moltissima sostanza. Fisico asciutto, barba incolta e occhi azzurri, a rifletterlo bene sembra uscito da qualche nota pubblicità di riviste modaiole.

Nato a Pescara l’1 maggio 1984, Giuseppe Febo già all’età di 7 anni viene ‘scaricato’ dal padre sui parquet di basket. La sua prima scuola cestistica è lo ‘Yale Pescara’. Il suo primo vero campionato tra i senior lo disputa a 18 anni nel Torre de’ Passeri (C dilettanti). Subito dopo un campionato di C2 vinto con la casacca del Chieti. Poi in C dilettanti milita nelle fila di Pescara Basket, Torres Spes, Amatori Pescara (con l’immortale maestro Claudio Moses Capone). Lo scorso anno l’esperienza in B dilettanti con la pallacanestro Chieti, con la quale è arrivato fino alle semifinali play-off per l’accesso in A dilettanti. Quest’anno, ad agosto, l’approdo nelle file dell’Olearia De Biasi Ceglie.


Un campionato ad alto livello questo di C dilettanti a Ceglie Messapica, condotto per numerose giornate in testa alla classifica. Primato rafforzato ancora di più dopo lo scontro diretto vinto proprio contro l’altra capolista Francavilla Fontana.

E’ un primato che meritiamo in tutto e per tutto. Stiamo lavorando molto agli ordini del coach. L’organico è di primissimo livello e credo che siamo proprio alla portata per il salto di categoria. Abbiamo un pubblico eccezionale che ci sta supportando in continuazione e questa città merita la categoria superiore. Per quanto riguarda il derby contro il Francavilla, avevamo preparato il match a puntino e l’abbiamo dominato dall’inizio alla fine”.


Descrivi la tua giornata-tipo durante i periodi di allenamento.

Sveglia e colazione alle ore 8.30. Allenamento mattutino alle ore 9 o 9.30, dipende se siamo in sala pesi o meno. Riposino pomeridiano. Sul tardo pomeriggio il consueto allenamento. Ritorno a casa e strimpellata con la mia chitarra elettrica, poi la cena”.


Oltre a giocare a basket, Peppe Febo svolge qualche altra attività?

Dopo aver conseguito il diploma di Perito commerciale a Pescara mi ero iscritto prima presso l’Università di Teramo al corso di Laurea in Giurisprudenza, successivamente ero passato a Pescara al corso di “Servizi giuridici d’impresa” ma poi, costretto a fare la spola da un posto all’altro per giocare a basket, ho dovuto interrompere lo studio. Ora mi dedico a tempo pieno al basket, anche perché, facendo doppie sedute, il tempo per fare altre attività diventa pochissimo”.


Che cosa fa Peppe Febo nel tempo libero?

La mia passione più grande è suonare la chitarra elettrica. Ascolto molta musica. I miei artisti preferiti sono gli Oasis, i Beatles, The Doors e i Rolling Stones. Solitamente prima delle partite cerco di concentrarmi con il rock indie ”.


In passato, prima di dedicarti al basket hai fatto altri sport?

A 5 anni iniziai a giocare a calcio. Ma dopo 2 anni mio padre pensò bene di scaricarmi sul parquet con la palla spicchi”.


Segui qualche altro sport oltre al basket?

“Seguo il calcio e sono tifoso del Milan. Il mio calciatore preferito è Ronaldinho in assoluto.”


La tua ambizione cestistica.

Per ora penso a vincere questo campionato, poi si vedrà”.


C’è una persona in particolare che ha aiutato Peppe Febo a diventare Peppe Febo?

Se sono diventato qualcuno, devo tutto alla mia famiglia. Mi sono stati sempre vicini e hanno creduto sempre nelle mie qualità”.


Hai un modello di cestista a cui fai riferimento?

M’ispiro molto a Rimantas Kaukėnas un cestista lituano, che attualmente milita nel Real Madrid di Ettore Messina. ”.


La tua situazione sentimentale?

“Single.”


Hai avuto esperienze sentimentali con donne del mondo dello sport?

“Sì. In passato sono stato fidanzato con una cestista e con una ragazza che praticava il cricket”.

ARCANGELO SARLI. UN TARANTINO VERACE AD ILLUMINARE LE GIOCATE DELLA SOAVEGEL FRANCAVILLA.

Una tempesta di ciocche, a incorniciare un volto da telefilm anni ‘70. Arcangelo Sarli fuori è molto seventy, in effetti, ma dentro ha l’anima del cestista del terzo millennio: forte, generoso, intelligente, resistente, con fiuto del canestro e con una robusta conoscenza tattica appresa alla scuola di coach Vincenzo Bifulco, tecnico che lo ha allenato anni fa nella Infotel Taranto.


Nato a Taranto il 18 dicembre 1980, Arcangelo Sarli ha iniziato a maneggiare la palla a spicchi già a 7 anni di età presso la “Renato Moro” di Taranto. Il suo primo vero campionato l’ha disputato nella “Ricciardi Taranto” (serie B dilettanti) all’età di 16 anni. Subito dopo ha vestito la casacca dell’Infotel Taranto, dove ha vinto il suo primo campionato (dalla C2 alla C1). Poi, ancora, sempre in C1, ha militato nelle formazioni di Virtus Mesagne, Bisceglie e Libertas Taranto. Gli anni d’oro per la sua carriera sono stati quelli trascorsi a Ostuni. Nella ‘Città Bianca’, Arcangelo ha vinto il campionato di C1, per poi restarci altre due stagioni in B dilettanti, lasciando un ricordo indelebile nella mente dei tifosi gialloblù. Conclusa l’esperienza ostunese, è tornato a Bisceglie (B dilettanti) e ancora una volta alla Libertas Taranto (C dilettanti). Ad agosto 2009 l’accordo, appunto, con la Soavegel Francavilla.


Un campionato ad alto livello questo di C dilettanti a Francavilla, condotto per numerose giornate in testa alla classifica. Primato perso proprio in occasione del derby contro l’altra capolista Ceglie Messapica.

In effetti, è vero. In questo campionato, seppur, con non poche difficoltà, siamo riusciti a restare attaccati alla vetta; ma contro il Ceglie qualcosa non ha funzionato e abbiamo gestito male l’intera gara. Non dobbiamo abbatterci, ancora non c’è nulla di definitivo e abbiamo un intero girone di ritorno davanti a noi. Io ci credo, questo campionato lo voglio indubbiamente vincere, altrimenti, se tutto fosse già scritto, non sarei qui a fare il cestista e farei qualche altro sport”.


Descrivi la tua giornata-tipo durante i periodi di allenamento.

Sveglia e colazione alle ore 9. Capatina in facoltà tra qualche chiacchierata e studio. Pranzo e pennichella tattica. Sul tardo pomeriggio il consueto allenamento e serata con la fidanzata”.


Oltre a giocare a basket, Arcangelo Sarli svolge qualche altra attività?

Sono iscritto al corso di laurea in Economia Aziendale all’Università di Taranto e sono in procinto di concludere gli ultimi esami. Vorrei conseguire questa laurea in quanto il mondo dello sport è imprevedibile. Facendo i dovuti scongiuri, non vorrei ritrovarmi con un pugno di mosche in mano se le cose, un giorno, non dovessero andare per il verso giusto”.


Che cosa fa Arcangelo Sarli nel tempo libero?

Il mio tempo libero lo dedico soprattutto alla fidanzata e agli amici, leggo riviste e quotidiani sportivi e ascolto ogni genere di musica, la mia band preferita sono gli Oasis”.


In passato, prima di dedicarti al basket hai fatto altri sport?

Assolutamente no. A 7 anni direttamente sul parquet”.


Segui qualche altro sport oltre al basket?

“Ovviamente seguo molto il calcio. Sono tifosissimo della ‘pazza’ Inter e questi sono anni di grandi soddisfazioni. Lancio un saluto al mio compagno di squadra Michele Venturelli, juventino sfegatato, ma mi fermò qui non infierisco ancora, ci sta pensando già crudelmente la vita!”


La tua ambizione cestistica.

Per ora penso a vincere questo campionato, poi si vedrà”.


C’è una persona in particolare che ha aiutato Arcangelo Sarli a diventare Arcangelo Sarli?

Vincenzo Bifulco, mio allenatore nella Infotel Taranto. Mi ha dato un’impronta sia al livello sportivo che a livello umano. Mi ha insegnato a comportarmi nella vita, a ragionare sulle cose con calma. Mi ha sempre spronato a fare bene e a dare il massimo in campo”.


Hai un modello di cestista a cui fai riferimento?

Giovanni Parisi, mio compagno di squadra nella bellissima esperienza ad Ostuni. E’ un esempio unico a livello di lealtà e onesta”.


La tua situazione sentimentale?

“Sono fidanzato con Rosa, da 5 anni.”