giovedì 29 ottobre 2009

FRANCAVILLA, SPERANDO CHE IL VENTO SIA CAMBIATO


Qualcosa di più di una partita e, forse, qualcosa di più di una vittoria. E’ tornata a galla la statura mentale e del cuore. La statura di quei valori che rendono superiori a tutto. Il Francavilla vince per la prima volta in questo campionato, vince cinque mesi e mezzo dopo l’ultima volta (Francavilla-Sant’Antonio Abate 1-0, il 10 maggio). Una vittoria è sempre una sintesi di meriti, un incrocio di sorrisi, una ricompensa di gruppo. Una vittoria rassicura le menti, riapre il cuore, allontana le ansie. Una vittoria cambia la vita, anche quando la posizione in classifica non migliora. E’ presto per dire se il Francavilla ha cominciato una nuova vita, è presto per dare giudizi lungimiranti o certezze assolute. E’ il momento l’unico spunto da commentare, senza andare oltre temporalmente, senza affondare le parole. L’attualità, l’attimo che passa: si parla di questo e, parallelamente, si vede la figura di Gigi De Rosa prestarsi alla riflessione. Protagonista: di una resistenza organizzata, di una vittoria che gli appartiene. Il Francavilla che interrompe un andamento pericoloso (9 partite, nessun successo) è un suo prodotto morale, un suo capolavoro mentale: il prodotto di un atteggiamento positivo, di parole di guida del gruppo. De Rosa ha visto, sentito, gestito: entrato nello spogliatoio con l’aria da fratello maggiore, con lo spirito di chi ha visto già cose del genere e, quindi, sa come si fa. De Rosa ha preso in mano le redini del gruppo, è sfuggito ai problemi, al disordine, alle ansie di una squadra molto modesta in un torneo partito malissimo. Ha sfidato tutto e tutti. Senza supponenza, senza cattiveria, né toni polemici. Ha dato persino l’impressione di abitare in un mondo diverso e lontano da questo: sorridendo, fingendo che i problemi fossero altrove, oppure affrontandoli con disincanto.Mentre faceva questo sgobbava: blindando i giocatori, dando una forma al collettivo. Ha avuto in mano un gruppo formato a piccole dosi, con gente catapultata in una dimensione superiore ai propri mezzi, gente alla ricerca di un posto al sole, con limiti tecnici e condizione precaria.

Il Francavilla di oggi è un gruppo che si sta lentamente amalgamandosi, e che sa che salvarsi non è questione agevole e sa che, a questa latitudine di classifica, non c’è spazio per lo spettacolo, non ci sono margini per il divertimento. Ingeneroso, però, parlare solo di un Francavilla arcigno, circoscrivere tutto nella distruzione e nella resistenza. Il Francavilla gioca, anche: con la testa, in perfetta simbiosi con la guida della panchina. Ora sa stare in campo senza sbilanciarsi, senza chiedere troppo a se stesso. Ognuno tiene la sua posizione, senza sbilanciarsi, rendendo solida la struttura e intelligente lo sviluppo della partita: i biancazzurri vivono in attesa degli spazi, della distrazione altrui, gestiscono i rischi e i ritmi, senza cambiare andatura, affrontando gli sfoghi degli avversari e poi riemergendo con pazienza, catturando spazi.

De Rosa va avanti, non gli piace pensare che questo momento possa finire. Va avanti, ci piace che il suo sorriso possa vincere ancora. De Rosa è questo: un simpatico condottiero che non segue i ‘rumors’ verso l’asta, non si preoccupa di quanto accadrà e di chi potrebbe avere altri nomi. Attendiamo, con coscienza: i problemi non sono tutti risolti. Possono finire oggi, possono tornare domani. Ma intanto il Francavilla ha vinto facendo un passo in avanti.

IL PUNTO SULLA SERIE D - GIR. H: UN PIANURA DEVASTANTE

L’outsider Sant’Antonio Abate non soffre di vertigini in vetta al girone H. Complice la vittoria in extremis (autorete di Florindo all’88’) e l’aggancio del Neapolis alla Casertana, sono 5 i punti di vantaggio degli uomini di Di Nola sulla coppia delle corregionali. Per molti versi, il Sant’Antonio sta ricalcando il folgorante avvio della stagione 2006/2007, quando però accusò una frenata prolungata, rimanendo escluso anche dai playoff. Toccherà alle antagoniste rispondere sul campo con lo stesso passo spedito. Al momento proprio il Neapolis sembra l’avversaria più quotata, ma non vanno sottovalutati i cammini del Matera, che ha finalmente interrotto il digiuno di vittorie casalinghe. La squadra di Giusto è ora al terzo posto, con 16 punti, due in più sul terzetto che circoscrive l’area playoff composto da Francavilla in Sinni, Grottaglie e Pianura. Il 5-2 alla Forza e Coraggio Benevento rappresenta un segnale di rilievo anche perché porta a 10 punti il bilancio delle ultime 4 gare. La panchina di Gargiulo appare finalmente rafforzata. Che la classifica attenda ulteriori sviluppi è evidenziato anche dalla folta pattuglia a 12 punti: cinque squadre, con aspirazioni e contingenze diverse. Poco sereno ad esempio il Pomigliano. Brillante invece il momento del Bitonto, che ha rotto il digiuno di vittorie interne, mettendo altri punti preziosi in cassaforte. La delusione per ora resta la Virtus Casarano, lontana ben 12 punti dal Sant’Antonio Abate. Tuttavia, il colpaccio di Francavilla in Sinni, assicurato dal rigore di Contino all’87’, scaccia la crisi e vale per i rossoblu un abbozzo di continuità (5 punti in 3 gare). In retrovia il quadro è preoccupante per tutti. Il Pisticci è alla quarta sconfitta di fila, la Turris incappa nel quinto stop complessivo, e le tre brindisine restano mestamente a quota 3. Intanto, già oggi il campionato ritorna con il secondo dei quattro turni infrasettimanali ed un programma che accende i riflettori su più campi. Per sommatoria di punti, i match più rilevanti sono Forza e Coraggio-Sant’Antonio Abate, Casertana-Francavilla in Sinni ed il derby Pomigliano-Neapolis. Riposerà il Matera.

lunedì 26 ottobre 2009

FASANO, LIMITI E NECESSITA’

C’è sempre qualcosa da fare, anche quando il calcio non sembra offrire risposte. E continua a porre le stesse domande: sui limiti, sulla tenuta, sulla pochezza. Il Fasano perde. E quando una squadra perde, va comunque discussa. Non è affatto ozioso chiedersi perché. Tentare di capire ciò che resta da capire, oltre alle verità rivelate, quelle che rimandano alla modestia tecnica in un organico palesemente inadeguato. Se ci limitiamo a sottolineare l’ovvio, arriveremo in fondo a questa attesa forzata con poche certezze e tantissimi dubbi. Conviene, invece, cominciare a chiarire qualche equivoco e a sciogliere qualche nodo. Perché è sicuramente vero che in giro ci sono pochissime squadre ai livelli del Fasano, ma è altrettanto certo che la cura delle proprie imperfezioni sembra una prerogativa soprattutto del Fasano. La qualità non è allenabile. Ma l’attenzione sì. E una squadra attenta, massicciamente concentrata su quello che sta facendo, i gol prima dello scadere li evita. E’ un lungo vagare verso nessuna meta. Come vivere costantemente sul bordo di uno sbaglio. Sapendo che prima o poi l’errore arriverà e vanificherà ogni condotta. Anche la meno comprensibile. La difesa a difendere, il centrocampo a cucire gioco in spazi spesso sconfinati, l’attacco a tentare timide sortite. Manovra, niente. Solo innocui tiri dalla distanza. Tiri che sembrano partire forte e che, invece, arrivano piano. E lanci lunghi, puro disservizio per qualsiasi punta, non solo per l’evanescente Evacuo o per l’impreciso Capocchiano. Una squadra così, nell’impossibilità quasi fisica, oltre che tecnica, di costruire calcio, non ha futuro. Per quello bisognerà attrezzarsi, ricorrendo a dosi massicce di rinforzi. Il problema è il presente, le partite che restano prima della riapertura del mercato. Il problema è capire se continuare a giocare così darà diritto ad un futuro diverso. Perché il Fasano perde, allontanandosi dalla realtà del campionato. Subisce danni, riporta ammaccature, si fa male. Va in crisi di consapevolezza. Di tutte le crisi, la peggiore. Perché avvilisce, svuota, rende impotenti.

A Bacoli il Fasano perde tutto (identità, connotati, partita): un gol su rigore e una fitta di situazioni propizie lasciate malinconicamente sfiorire. Sfiorito: ecco la sintesi fotografica del Fasano a Bacoli. Una squadra afflosciata sulla propria instabilità. Nessuno ha colpe. Né i giocatori, catapultati in una dimensione forse superiore ai propri mezzi. Né il tecnico, sul cui operato conviene ancora tenere sospeso il giudizio. Ma tocca proprio a Gabriele Geretto cercare quello che non può esserci. Dare vita a qualcosa che non esiste.


Ottavio Andriani si aggiudica la Nike+ Human Race e prepara la mezza-maratona nel deserto

Dopo aver sostenuto due settimane di duro lavoro, ospite presso il Centro Sportivo della Guardia di Finanza ad Ostia, Ottavio Andriani ha vinto la Nike+ Human Race tenutasi nella capitale nel pomeriggio di sabato 24 ottobre. La gara organizzata dalla Nike quest’anno era legata al fine umanitario "Run for Food". Il ricavato sarà interamente devoluto al progetto "Telefood – Corno d'Africa" in collaborazione con la FAO. La manifestazione si svolgeva contemporaneamente a Milano, Padova e Roma appunto.

A Roma l'appuntamento era alle 18:00 nella suggestiva cornice delle Terme di Caracalla. Più di 5000 i partecipanti tra la prova competitiva e non. Il tempo finale di Ottavio, 31’46”, dice poco in riferimento alla distanza dei 10 km classici su cui la prova su svolgeva. Il percorso romano, già impegnativo per via dei sampietrini e delle salite è stato reso ancora più ostico per il vento che nel pomeriggio ha spazzato la capitale, ma ad Ottavio il crono finale poco importava. Ho cercato di correre facile, senza forzare troppo - commenta Andriani -. Le due settimane di lavoro specifico si facevano sentire nelle gambe, ma alla fine la vittoria dà sempre e comunque morale e poi correre a Roma ha sempre il suo fascino”.

Dopo i problemi fisici che lo hanno costretto al riposo da aprile a luglio è bello vedere che l’atleta si sia nuovamente ritrovato pimpante e piano di stimoli. “In questo periodo con il coach Incalza - continua l’atleta - stiamo lavorando molto sulla forza, utilizzando spesso percorsi sterrati impegnativi per prepararmi meglio alle prove di selezione per gli Europei di Cross del 13 dicembre a Dublino. Salterò la prima prova in programma l'8 di novembre ad Osimo perchè sarò a Sharm El Sheik per correre la Mezza Maratona nel deserto del Sinai, poi però prenderò parte alla seconda e terza selezione che si terranno rispettivamente a Volpiano (TO) il 15 novembre e a Condino (TN) il 29”.

Proprio con la vittoria della prova capitolina atleta di Francavilla Fontana ha acquisito il diritto di partecipare alla Nike San Silvestre Vallecana in programma il 31 dicembre prossimo a Madrid.

Ora l'appuntamento agonistico è fissato per il 6 novembre prossimo nella mezza maratona di Sharm El Sheik, e dopo le vittorie nella Deejay Ten di Milano e nella Human Race di Roma c’è da sperare che non ci sia due…senza tre!


CARLO MOLFETTA A CUORE APERTO. L'INTERVISTA AL VICE-CAMPIONE DEL MONDO DI TAEKWONDO

Dopo 8 anni dal secondo posto ottenuto nel 2001, Carlo Molfetta torna sul podio iridato ai campionati mondiali di Taekwondo che si sono svolti nei giorni scorsi a Copenhagen (DEN). Il forte atleta azzurro, nativo di Mesagne, in forza al Centro Sportivo Carabinieri, ha sfiorato uno storico oro al termine di una tiratissima finale contro il turco Bahri Tanrikulu, il quale ha prevalso solamente grazie al giudizio arbitrale; l'incontro di finale si è infatti concluso sul punteggio di 2 a 2 e nel successivo “golden point” il risultato tra l'azzurro ed il turco è rimasto in parità. L'oro va quindi a Tanrikulu e l'argento, pur rimanendo un risultato eccezionale, lascia un pizzico di rammarico a Carlo Molfetta che, oggettivamente, sembrava meritarsi la medaglia più preziosa. La gara del venticinquenne carabiniere mesagnese è stata prorompente: 8 a 1 sull'armeno Sahakyan al primo turno; 3 a 0 al cinese Yi Zheng nell'incontro successivo; poi è stata la volta del russo Musaeev, eliminato con un perentorio 7 a 5; nei quarti Molfetta ha affrontato e battuto per 4 a 2 l'inglese Brown e una volta in semifinale con il serbo Vanja Babic: l'incontro sembrava compromesso quando l'azzurro sotto di 4 punti, è riuscito a sferrare colpi micidiali e a ribaltare le sorti del match, vincendo 5 a 4 e guadagnando l'accesso per la finalissima. A Carlo Molfetta va il secondo argento iridato della carriera. Nel palmares del campione dell'Arma dei Carabinieri, spiccano altre medaglie importanti: tra le più recenti il bronzo conquistato agli Europei di Roma 2008 e l'argento ai Mondiali CISM dello stesso anno in Corea.


A distanza di qualche giorno dalla medaglia d’argento, cosa ti resta dell’esperienza in Danimarca?

Su tutto, i mesi di preparazione che hanno preceduto la gara. Con il mio gruppo abbiamo fatto un grande lavoro, visto che nella mia disciplina le gare si costruiscono con tanti giorni di dura fatica. L’esperienza è stata bellissima, quello che importava era arrivare in finale, solo il giudizio dei giudici mi ha impedito di conquistare l’oro, ma va bene lo stesso. Sono soddisfatto comunque.


Non sarai appagato proprio adesso?

No, no. Se così fosse farei un altro mestiere! Scherzi a parte, devo ammettere che, dopo un successo, è più facile rilassarsi nei periodi di pausa e poi ripartire.


Il tuo prossimo obiettivo? Le Olimpiadi di Londra?

Per ora la mia mente è rivolta agli Europei del prossimo anno in Russia. Per quanto concerne le Olimpiadi di Londra, ancora è presto per poterci pensare, ma non nego che per uno sportivo il sogno è proprio quello delle Olimpiadi. Vedremo… tutto si costruisce passo dopo passo.


Descrivi la tua giornata-tipo durante i periodi di allenamento.

Mi alzo alle cinque del mattino, faccio colazione e alterno sessioni lunghe e faticose ad altre “di scarico”, come per tutti gli altri sport. Alle sei del mattino il primo allenamento è di circa un’ora. Il secondo è quello delle ore dieci, di circa due ore. Per chiudere alle ore 16 c’è il terzo allenamento, quello più lungo, di due ore e mezza.


E come dieta, che cosa mangi?

In primo luogo, negli anni ho girato un po’ e mi sono convinto che la cucina italiana è davvero tra le migliori. Quindi la dieta è la tipica mediterranea: primo, secondo, verdura e molta frutta. Per la digestione è meglio alternare: o solo pasta o solo carne a ogni pasto.


Che cosa ti affascina di uno sport comunque di nicchia come il Taekwondo?

Mi piace perché è uno sport difficile. Ti alleni per mesi per arrivare preparato ad una gara sola. Se vai male, non puoi recuperare dopo una settimana. Inoltre, conta molto l’aspetto tecnico. Quando corri o gareggi in bici, vai avanti finché non ne puoi più. Noi, anche quando siamo distrutti, dobbiamo mantenere il gesto atletico e rispettare le regole.


Dove ti alleni?

Ormai sono quasi dieci anni che vivo nella capitale. Mi alleno al centro di preparazione olimpica “Giulio Onesti” a Roma ed il mio maestro della nazionale è il coreano Yoon Soon Cheul.


Che cosa fa Carlo Molfetta nel tempo libero?

Il mio tempo libero lo dedico soprattutto agli amici, navigo su internet, leggo libri quando ne trovo qualcuno davvero interessante e ascolto ogni genere di musica.


In passato, prima di dedicarti al Taekwondo hai fatto altri sport?

Fino all’età di 7 anni ho giocato a calcio, poi per due anni ho seguito dei corsi di pallacanestro con la Virtus Mesagne, poi divenuta Fortitudo Mesagne e a questa disciplina sono rimasto molto legato.


Simpatizzi per qualche squadra?

Per quanto riguardo il calcio, sono tifosissimo dell’Inter. Sulla sponda basket guardo con occhio particolare le competizioni del Dream Team della Nba.


La tua situazione sentimentale?

Al momento sono single, quando si fa sport ad alto livello, di solito, non si ha molto tempo a disposizione da dedicare ad un’eventuale metà.


Hai mai avuto relazioni con donne del mondo dello sport?

Sì, ho avuto due storie. La prima, nel periodo precedente alle Olimpiadi di Atene 2004, con una ragazza messicana, Iridia Salazar, anche lei nazionale di Taekwondo; la seconda, fino a marzo 2009, con una nazionale di nuoto sincronizzato, Dalila Schiesaro.


In bocca al lupo per il futuro!

domenica 18 ottobre 2009

FRANCO IMPAGLIAZZO: "CAPACITA' E NEGLIGENZA A COMPROMETTERCI DA SOLI"

OSTUNI – Un pareggio giusto, ha confermato a fine gara mister Impagliazzo. “Sicuramente, per come ci eravamo compromessi la partita, non sarebbe stato giusto perdere una partita contro una squadra che, soprattutto i una partita giocata tra le mura amiche, non ha fatto un tiro in porta in tutto l’arco dei 90 minuti. Questa è la disamina di una partita disputata fra due squadre che allo stato attuale hanno dei problemi. Per quanto concerne il gioco è stato molto spezzettato, poca circolazione della palla da entrambi i lati, solo e soltanto lanci lunghi da una parte e dall’altra verso i rispettivi attaccanti, questo non è calcio. Le giocate, oggi, sono state talmente poche che è difficile anche ricordarle”. Primo tempo bruttino, poi la partita si è accesa con il penalty concesso all’Ostuni e due espulsioni, una per parte, con un arbitro che sicuramente ha saputo tenere in pugno la partita. “L’arbitro, sinceramente, a me non è dispiaciuto, anzi, rispetto ad altri direttori di gara avuti nelle gare precedenti, è stato un arbitro che ha saputo tenere bene in mano la gara. Le espulsioni, a mio avviso, c’erano entrambe, quella del loro difensore sotto la nostra panchina, il qualche ha colpito con una manata il nostro calciatore. Per quanto concerne Di Meglio, se il guardalinee si è avvicinato all’arbitro e ha suggerito l’espulsione, avrà sicuramente visto meglio di noi. Sì, nel secondo tempo ci sono stati molti capovolgimenti di fronte, è prevalsa la stanchezza, poi in 10 contro 10 gli spazi si sono allargati con il conseguente allungo da parte delle squadre. Ma tutto sommato mi è sembrata più una partita di discreta Promozione che una partita si Serie D. Per quanto riguarda la mia squadra continuo a dire che, finora, ancora nessuna squadra ci ha messi sotto, ma purtroppo abbiamo la capacità e la negligenza a complicarci da soli la vita, facendoci gol da soli. A lungo andare, cercare di rimontare le partite diventa un compito molto arduo”.

OSTUNI-ISCHIA 1-1, MICHELE SERGI SPEZZA IL SOGNO DEI GIALLOBLU DI CASA

OSTUNI - Non va oltre il pareggio l’Ischia nella trasferta brindisina contro l’Ostuni, conquistando un punto dopo aver rimediato tre sconfitte consecutive. Un risultato nel complesso giusto per quanto visto in campo. Gara noiosissima per lunghi tratti, tra due squadre che hanno affrontato l’impegno con la paura di perdere e con un gioco pressoché sulla linea mediana. La prima nota viene registrata all’8’, con Santoni che atterra in area avversaria l’attaccante Di Gennaro: l’arbitro non ravvede gli estremi per il penalty, tra le proteste veementi del pubblico di casa. Al 16’ ci prova Saurino a violare la porta di casa, ma il suo destro dai 16 metri si alza di poco sopra la traversa. La partita scorre tra la noia e gli sbadigli da parte del pubblico e bisogna aspettare il 37’ per vedere un’altra conclusione in porta: Villa batte una punizione dai 20 metri, ma la palla sfiora il palo alla destra di Semprevivo.

Nella ripresa i padroni da casa sembrano essere più determinati e al 4’ Marino, dopo un’incursione a centro dell’area ospite, tenta la botta di sinistro, ma la palla viene smanacciata in angolo da un attentissimo Lauro. Al 6’ risponde l’Ischia con il neo-entrato D’Angelo, ma sul suo traversone dalla sinistra Sergi manca l’aggancio al centro dell’area di rigore. Al 17’ l’azione che permette ai padroni di casa di sbloccare il risultato: cross in area da parte di Marino verso De Palma con Di Meglio che devia la palla di mano, per l’arbitro questa volta è penalty. Sul dischetto si presenta De Palma che, di destro, spiazza Lauro. Minuti concitati quelli che vanno dal 21’ al 24’: in un parapiglia scaturito da una mancata segnalazione dell’arbitro vengono esplusi Melis e Di Meglio. Il primo per scorrettezze ai danni di Saurino e il secondo reo di aver colpito al volto l’attaccante ostunese De Palma.. Al 33’ ancora una punizione per l’Ischia, sulla battuta dai 18 metri si presenta Villa che, con un sinistro a girare, manda di poco alto sopra la traversa.

Al 39’ arriva il pareggio isolano con Sergi: l’ariete gialloblu, da distanza ravvicinata, è il più lesto di tutti a ribattere a rete la conclusione di D’Angelo sulla quale Semprevivo si era opposto con una prodezza. Un punto tutto sommato guadagnato per gli uomini di mister Impagliazzo, visto il modo in cui si erano compromessa la gara.. Ischia che domenica prossima dovrà cercare a tutti costi la vittoria tra le mura amiche nel derby contro la Turris.


OSTUNI-ISCHIA 1-1

OSTUNI (4-3-3): Semprevivo 6; Giovannico 6 Melis 5 Trovato 6,5 Dall’Armi 6; Vignola 5,5 (12’st Campora 6) Salvestroni 5,5 Marino 6,5; Di Gennaro 7 Barnaba sv (25’pt Kreshpa 5,5) De Palma 6 (23’st Boscia sv). A disp.: Furone, Candita, Scarongella, Miccoli. All.: Lombardo.

ISCHIA (4-3-2-1): Lauro 6; Buono 5 (1’st D’Angelo 6) Di Meglio 5 Monti 6 Santoni 5; Fermo 6 Villa 6,5 Amita 6,5; Trofa 6 Saurino 6,5 (43’st Ferrari sv); Sergi 6,5. A disp.: Calò, Accurso, Antignani, De Stefano, Pezzullo. All.: Impagliazzo.

ARBITRO: Milani di Verona 7.

MARCATORI: 18’st De Palma rig. (O), 39’st Sergi (I).

NOTE. Espulsi: Melis (O), Di Meglio (I) per scorrettezze in campo. Ammoniti: Semprevivo (O), Salvestroni (O), Trovato (O), Campora (O); Santoni (I), Saurino (I), D’Angelo (I).

sabato 17 ottobre 2009

OSTUNI, CON L'ISCHIA CONTA SOLO LA VITTORIA


Lasciare l’ultimo posto è un’operazione possibile, soprattutto se l’Ostuni saprà correggere i suoi errori di sempre (prende troppi gol su palla inattiva) e se l’Ischia, formazione anch’essa reduce da tre sconfitte consecutive, saprà fallire l’appuntamento con la vittoria o con il gioco.

Le premesse della partita sono tutte racchiuse in due concetti: la capacità di recupero mentale dopo le tre sconfitte consecutive rimediate contro Grottaglie, Neapolis e Francavilla in Sinni; la possibilità di reggere il vantaggio o le situazioni di equilibrio, merce rara in un complesso che alla minima difficoltà è capace di disperdere un patrimonio di ordine tattico e di manovra. Per queste ragioni Andrea Lombardo prova a smuovere le acque: non cambia gli uomini, ma impartisce direttive differenti. Chiede a Di Gennaro di giocare sui due fronti dell’attacco (a destra o a sinistra) penetrando di più in area avversaria, scambiandosi di corsia con De Palma, pretende da quest’ultimo una maggiore vicinanza alla porta altrui; prepara il centrocampo ad un lavoro di maggiore fatica e di minore costruzione arretrata, visto che lo squalificato Malagnino dovrà essere sostituito da Vignola, che agirà al servizio delle due punte. L’Ostuni ha già dimostrato in altre occasioni di saper rispettare le distanze tra i vari reparti e di rimanere corto, anche con un discreto ricorso al pressing. Adesso deve compiere un salto di qualità, che tradotto vuol dire geometrie più profonde, attenzione più forte agli episodi (i calci piazzati, appunto).

Il reparto avanzato dell’Ostuni si scontrerà con i quattro difensori isolani; i quattro centrocampisti ospiti rischieranno di andare in superiorità numerica sui tre cursori gialloblu se Vignola non saprà ripiegare in fase di non possesso palla; i quattro difensori in linea dell’Ostuni dovranno creare una barriera con l’attacco avversario, composto in realtà da un centravanti di movimento (Gianluca Saurino) e da una punta assai forte fisicamente e furba, Michele Sergi, cioè l’elemento più pericoloso degli isolani. A questi due si aggiungono le due ali di centrocampo, Trofa e Pezzullo, bravi a proporsi molto spessi in avanti.


Probabile formazione (4-3-1-2): Semprevivo; Mazzitelli, Melis, Trovato, Dall’Armi; Scarongella, Marino, Salvestroni; Vignola; De Palma, Di Gennaro. Allenatore: Andrea Lombardo.

Indisponibili: - | Squalificati: Malagnino

mercoledì 14 ottobre 2009

IL PUNTO SULLA SERIE D - GIR. H: MATERA, L'INCUBO DELLE MURA AMICHE


Verdetti pro Casertana nella settima giornata in serie D. Con un pizzico di buona sorte sul gol di Olcese, la squadra di Feola passa a Bitonto e sale al secondo posto. Assorbita dunque la precedente sconfitta con la capolista Sant’Antonio Abate, che torna a due punti, mentre il Neapolis è scavalcato di un punto. In coda cielo plumbeo sull’Ostuni, al terzo stop di fila.

POMIGLIANO GUASTAFESTE – La squadra di Pietropinto si conferma unica imbattuta, imponendo il primo pareggio al Sant’Antonio, che in casa aveva sempre vinto. Finisce pari anche l’altro derby vesuviano tra Neapolis e Turris, con il botta e risposta del primo tempo tra Somma e Russo su rigore. Visti i precedenti, quasi non fa notizia che la Turris chiuda la gara in otto per le espulsioni di De Luca, Russo e Melcarne.

ANGRI COL PASSO GIUSTO – Il terzo gol stagionale di Incoronato accelera la scalata dei grigiorossi, in serie da 5 gare ed ora al quarto posto. L’Angri gioca a carte scoperte: rispetto alla scorsa stagione, c’è maggiore solidità societaria e si punta ai playoff. Non del tutto gradito giunge il turno di riposo, poi sarà trasferta a Matera da affrontare senza due cardini come Grillo e Amarante. In serie utile anche Grottaglie, Francavilla in Sinni e Forza e Coraggio Benevento. I lucani ottengono a spese dell’Ostuni il terzo successo di fila (match winner Del Prete), i sanniti conquistano un buon punto a Matera, andando in gol con Salvati venendo raggiunti alla mezzora della ripresa da Albano, al quinto centro stagionale. E se la Forza e Coraggio si conferma matricola spigliata, il Matera continua a fallire il cambio di passo in casa (appena 3 punti in 4 gare).

PIANURA AL FOTOFINISH SPORT – Che sofferenza la sfida col Pisticci. Subito in svantaggio per il gol di Ferrentino, il Pianura conta sull’uomo in più (espulso il portiere Marino) ma si fa parare dal neo entrato Maida il rigore di Manzo. Un altro penalty, questa volta affidato a Sibilli, vale il pari nella ripresa. Dopo due pali, allo scadere con Ausiello Il Pianura firma il primo successo al “Simpatia”. Per portarsi in alto, serve continuità.

FRANCAVILLA, PUNTO DI FIDUCIA – Le retrovie del girone continuano a parlare brindisino,con la coppia Ostuni –Francavilla al penultimo posto e l’Ostuni fanalino di coda. Un buon segnale di ripresa arriva comunque dalla formazione del patron Distante che, rafforzata dall’arrivo di Cazzarò, consegue a Bacoli il primo punto esterno e la prima gara stagionale senza reti al passivo. Da seguire il prossimo match interno col Pianura.


martedì 13 ottobre 2009

Under 19 eccellenza - Il Francavilla Basket vittorioso contro la De Florio Taranto

5^ giornata di andata


Basket Francavilla vs Deflorio Taranto 88 – 66

Francavilla: De Leonardis 12, Musci 29, Cannalire 1, Tamborrino 2 , Italiano 6, Grasso 22, Varratta 5, Santoro, Argentieri, Sighn, Ricchiuti 11, Iaia. All: Olive

Taranto: Fumarola 2, Minafra 20, Palomba , Salerno 14, Granaldi 2, Spagnoletti, Bellavia, Piccinni 14, Bettini, Casabuono 3, Mandrillo 9. All: Calia.

Parziali: 25-14,43-27,58-46

Arbitri: Rizzi di Locorotondo e L’Abate di Conversano

lunedì 12 ottobre 2009

BASKET - TAM TAM IN CITTA’: SALE LA FEBBRE DOPO I DUE SUCCESSI DI FILA CONTRO LUCERA E CEGLIE MESSAPICA



Francavilla si riscopre baskettopoli grazie alla doppietta di vittorie conseguita contro Virtus Lucera (81-74) e Basket Ceglie (86-79).

Ed ora chi fermerà il dilagante entusiasmo che coinvolge da una decina di giorni centinaia di francavillesi che hanno gioito per i due successi consecutivi?

Di gare, anche lo scorso campionato, dal squadra del presidente Francesco Bianco, ne aveva vinte. Ed anche bene. Ma lo strapotere dimostrato dagli uomini di coach Olive contro il Ceglie di Slavko Djukic, in tutta sincerità, non si era mai vista. Almeno con quell’intensità contro una grande del campionato. Hanno fatto oltremodo piacere le giocate di Nicola Montagnani, così come ci si è spellati le mani per applaudire le conclusioni di Michele Venturelli, o nel constatare la forza sotto canestro di Carlo Menzione o, ancora, nello strabuzzare gli occhi nell’assistere alla semplicità con la quale Arcangelo Sarli, Jason Stura e Pierluigi Risolo hanno reso semplici le cose che sembravano difficili. Ma ciò che ha particolarmente colpito sono stati gli abbracci che i giocatori, conosciutisi meno di due mesi fa, si sono scambiati, dando così certezza di aver già formato blocco unico. Ed allora è fin troppo facile dedurre quanto e come faccia sognare un po’ tutti questa Soavegel Basket Francavilla che, pur cambiando quintetti in più occasioni nel corso della gara, riesca a giocare d’assieme, con grande determinazione e concentrazione, cercando sempre la migliore soluzione per la chiusura degli schemi (offensivi e difensivi).

In città, da giorni, non si parla d’altro: l’impresa delle due gare vinte consecutivamente da Montagnani e soci è rimbalzata da un polo all’altro, fino a coinvolgere tutti. Anche coloro che della squadra biancazzurra sapevano poco, se non per sentito dire, restando avviluppati nella maglia del tifo. Al termine della gara contro il Ceglie, il presidente Bianco era dir poco raggiante. Aveva chiesto, ai tempi della campagna trasferimenti, una squadra che potesse far divertire i francavillesi e, magari, di puntare ai vertici della classifica. Nelle prime domeniche di ottobre, quella squadra fortemente voluta, il presidente, l’ha vista all’opera. Ed ha esultato. Anche se immediatamente dopo ha ammonito: “Calma siamo solo all’inizio”. C’era tutta la filosofia del sodalizio nelle parole dell’avvocato Bianco. Perché, sebbene siano un po’ tutti convinti, in società, di aver allestito un gruppo già molto coeso di giocatori, capaci di infiammare la città, sono tutti pronti a gettare acqua sul fuoco. Coach Olive compreso. Il quale, sebbene fosse soddisfatto per la prova offerta dai suoi giocatori, ha voluto ammonire tutti: “Restiamo con i piedi ben saldi a terra”, ha detto. Ripetendo il solito refrain: “E’un campionato molto difficile, con squadre ben attrezzate”. Ma questo si sapeva. D’altronde, scovando i nomi dei roster delle varie compagini non si poteva non essere d’accordo.

Nelle ultime due domeniche, però, è accaduto qualcosa che, in pochi s’immaginavano: hanno visto giocare la “loro” squadra e tutti sono rimasti folgorati, immaginando scenari che, ad onor del vero, erano solo auspicabili.

GROTTAGLIE-CASARANO 1-1: I ROSSAZZURRI CONTRO LA MALASORTE

(il gol del pareggio siglato da Serao)

Giusto pari tra Grottaglie e Casarano. Schermaglie iniziali da una parte e dall'altra per un match da subito interessante. Greco e Fazio (tiri deviati) non hanno fortuna. Ne ha davvero poca il Casarano al 14'. Incursione di Rocco sulla sinistra e prezioso assist per Cenciarelli al centro: palo. De Giorgi allontana sulla linea. Molto meglio i salentini nel primo quarto di gara. Sugli sviluppi del secondo corner leccese Villa mette al centro per D'Anna che in tuffo colpisce di testa: ancora palo.
Il calcio è strano e al «D'Amuri» se ne ha la riprova al 30'. Arcadio crossa, la palla è deviata e beffa Corradini che nel tentativo di deviarla la sospinge in rete. D'Anna può pareggiare prima del riposo, ma colpisce male e Laghezza para.
Al 5' della ripresa terzo angolo casaranese e Serao di testa sfiora il palo. Passa 1' e Cenciarelli serve per il nuovo entrato Presicce che manda a lato. Il Grottaglie prova a rispondere con Arcadio: tiro dalla distanza neutralizzato da Corradini. Greco ha uno spunto al 20' e Corradini è sempre attento. Villa di testa impegna Laghezza. Serao firma il pari dei salentini al 33'. Punizione di Villa e incornata vincente del difensore.

OSTUNI: C'E' BISOGNO DELLA RABBIA DEGLI ULTIMI, PRIMA CHE VINCA LA RASSEGNAZIONE

Esiste un’attualità. Tremenda, scomoda. Ma esiste: piaccia o no, coordina il giudizio. Esiste una verità: che guarda il campo e giudica il campo. Una verità senza contesto, perché il campionato è un’altra storia: diversa da tutta la storia che gira intorno, diversa dalle difficoltà che abitano l’interno di uno spogliatoio indubbiamente provato. L’Ostuni è ultimo: sotto tutti, al di là di tutto. Ultimo lo era già, ma da domenica è ancora più giù. La verità che sbuca dalla domenica lucana è questa. Per esaminarla bisogna aprirla in due: dividendole emozioni di un finale focoso e incoraggiate da una prima parte di ordinaria regressione, che ha consegnato la partita al Francavilla in Sinni.

Involuzione, sì. Né lenta, né clamorosa. Si giudica l’Ostuni rapportandolo alle sue stesse versioni. La squadra in crescita, solida e coraggiosa, è apparsa sgonfiata in un inizio infelice. La squadra ordinata anche in svantaggio è andata dissolvendosi. L’Ostuni rapportato all’Ostuni: il passo indietro è questo, non è una pretesa superiore alle capacità. Ma è la constatazione di una forza adesso nascosta: di una rabbia capace di coprire le falle tecniche, la stanchezza, le lacune tattiche. Pescando nelle proprie energie l’Ostuni può resistere ed esistere. Senza, si scioglie. La muraglia tra i due Ostuni visti è questa: il gol subito ha restituito il vigore, l’agonismo. La rabbia frenata dai limiti noti. Almeno la rabbia: le residue forze per cercare un recupero difficile. Sul modulo e sulle scelte si può discutere, si possono montare analisi diverse. L’accordo è sulla necessità di essere l’Ostuni, semplicemente. Una squadra condannata a soffrire, a vivere di ristrettezze tecniche. Ma anche una squadra che solo con l’anima operaia può tenersi a galla, che ha l’urgenza di riappropriarsi del proprio spirito. Non per diventare un altro Ostuni, ma per essere capace di restare aggrappato alla classifica. Non esiste accanimento, ma è giusta una reazione. L’Ostuni conosce i propri limiti. Ma non può utilizzarli per accasciarsi. Deve rialzarsi, sentirsi di nuovo un gruppo coraggioso, irriverente, moralmente sfrontato. Reagire: è il minimo. Senza abbandonarsi al destino, senza lasciar vincere la rassegnazione. Serve a questo la rabbia: a non convincersi che fare di più sia proprio impossibile. Non ci sono parole sulla tattica, sulla tecnica: l’arretramento è soprattutto mentale. Lombardo non se la prenda: analizzi le fatiche e si rimetta alla guida. Deve trovare la forza della vittoriA. Può farlo. Deve farlo. Prima che vinca la rassegnazione.


giovedì 8 ottobre 2009

IL PUNTO SULLA SERIE D - GIR. H: POMIGLIANO UNICA IMBATTUTA


Il Sant’Antonio Abate fa sul serio. Parlano chiaro le cinque vittorie in sei giornate. Molto significativa quella di domenica, al “Pinto” di Caserta, contro l’imbattuta squadra di casa. Subito in gol con Maffucci, gli uomini di Di Nola sono stati raggiunti da Olcese su rigore e hanno piazzato la zampata giusta con Vitiello, difendendo poi il risultato nonostante l’espulsione dello stesso Maffucci.
NEAPOLIS, CON LA FORZA DEI GOL - Quattro reti all’Ischia nel turno precedente, cinque all’Ostuni (ultimo) in trasferta. Per i biancazzurri di Castellucci, segnare non è un problema e vale come via d’accesso per il secondo posto, a tre lunghezze dalla vetta. Si conferma concreto l’apporto degli under: Bonanno e Fontanella, in particolare, firmano una doppietta a testa.
POMIGLIANO VERSO L’ALTO - La coppia al quarto posto sorprende i pronostici, ma è pronta a continuare la marcia. Caduta la Casertana, il Pomigliano è l’unica formazione ancora imbattuta del girone. Il 2-2 con il Pianura sa di vittoria sfiorata, visto il primo vantaggio di Cutolo ed il secondo di Alizzi. L’ex Ausiello ed il giovane Galdean rimediano per gli ospiti.
MATERA SI RILANCIA IN TRASFERTA - Ancora senza vittorie interne, la squadra di Giusto alimenta fuori casa le aspirazioni d’alta quota. Lo 0-3 di Francavilla Fontana è aperto da Salemme dopo appena un minuto, quindi Albano e Mazzoleni completano i conti già nel primo tempo. Morale sotto i tacchi invece per i brindisini, sempre in coda con 2 punti.
BITONTO, IMPRESA AL CAPOZZA - In trasferta maturano altri tre successi importanti, tutti di misura. Quello del Bitonto a Casarano è clamoroso, vista la differenza di programmi e investimenti. Il pronostico salta grazie all’acrobazia di Armento in avvio di ripresa. Per il Casarano il secondo stop interno sfocia nella contestazione dei tifosi. Preso di mira anche Bianchetti, il tecnico dei trionfi dello scorso anno. Il presidente e sindaco De Masi per ora prende tempo. Per il successo della Sibilla Bacoli a Pisticci la firma è di Zinno, uno dei fedelissimi di Carannante, mentre il Francavilla in Sinni ha in Manzillo il match-winner di Ischia. Lazic può così rasserenarsi. Sull’isola verde è invece crisi, con tre stop consecutivi rimediati al “Mazzella”. Potrebbe scricchiolare la panchina di Impagliazzo.
BENEVENTO E ANGRI, PARI IN TUTTO - Finisce 2-2 una delle nuove sfide del torneo. I decani dell’Angri scattano con Galdi e Incoronato su rigore, la matricola Forza e Coraggio non si perde d’animo, rimediando con l’ex Tortora e Massaro. Così si allungano le rispettive serie utili: quattro gare, con due vittorie e due pareggi.

mercoledì 7 ottobre 2009

OTTAVIO ANDRIANI DI AGGIUDICA LA DEEJAY TEN




Ottavio Andriani ritorna alla vittoria nella Milano con 11.170 atleti al via nella gara della radio più ascoltata d’Italia.

”Bellissima Milano, un ritorno che mi dà entusiasmo per il futuro molto vicino, per la vittoria ma anche per il mio livello di atleta, correre forte è il mio obiettivo” - il commento di Ottavio Milano è piena di sole non solo per il meteo al mattino di questo 4 ottobre, ma anche per la corsa. È uno spettacolo la partenza e tutto il percorso della Dee Jay Ten condita anche di una Five per tutti con ironie del Trio Medusa che nello scherzo hanno salutato il gruppo della Ten con in testa Andriani, Simionato già dalla partenza e poi il carro degli amatori con il dj Linus. L’organizzazione della gara è Nike, sponsor tecnico di atleti di alto livello al via guidati nella gestione di Venuste Nyongabo, campione olimpico dei 5.000m ad Atlanta. Ottavio ritorna all’atletica per correre forte, ha passato un anno davvero negativo dopo i Giochi di Pechino e l’energia del suo Memorial Andriani dello scorso 20 settembre lo riporta in una sua grande casa, Milano dove nel 2001 arrivo al 2h09’07” e casa della sua musica e radio, con la grande amicizia di Linus che più volte lo ha ospitato in diretta a “Dee Jay Chiama Italia”. Linus sul palco delle premiazioni parla di questo infatti: ”Ottavio oltre ad essere un grandissimo ascoltatore di Radio Dee Jay è stato anche colui che mi ha dato i primi consigli in corsa da quando non ero ancora maratoneta, mi ha sempre dato tanti consigli e sono felice che oggi abbia vinto lui”. Ottavio ringrazia e ricorda “”Ero stato qui anche per la prima edizione del 2004 in Dee Jay Ten, l’organizzazione insieme a Nike quest’anno ha avuto una crescita bellissima, complimenti a tutti correre in festa oltre che per far andare le gambe è uno stimolo in più. Bravi tutti e… alla prossima".

"Riguardo alla mia gara oggi ho gestito la mia andatura, andavo e ne ero molto contento. La gara è diventata contro me stesso, dopo il passaggio a metà gara ho tenuto costante il ritmo ed ho allungato negli ultimi due km ed ho chiuso vincendo. Oggi la gente di Milano e la Città erano da correre, adesso penso ai cross ed al lavoro verso una maratona che arriverà spero ai massimi livelli”
. Il passaggio a metà gara è stato di 15'26" per Ottavio e la testa della corsa, poi chiusura in crescita con parziale dei secondi 5.000m in 15'05". Ritmo fondamentalmente costante con crescita nel finale. Ottavio Andriani corre e ride, bello rivederlo così, non solo perché lo abbiamo rivisto dopo tanti mesi di buio per infortunio tra la sua gente, per lui il gruppo è squadra fondamentale, non va avanti da solo. Dopo Francavilla Fontana e la gara di suo fratello Antonio, Milano con la corsa di Linus e della sua radio ed all’arrivo come alla partenza i tanti amici di maratoneti.com, Enrico, Andy, Sandro, Orazio… tifo che è più dell’amicizia in corsa.