lunedì 26 ottobre 2009

CARLO MOLFETTA A CUORE APERTO. L'INTERVISTA AL VICE-CAMPIONE DEL MONDO DI TAEKWONDO

Dopo 8 anni dal secondo posto ottenuto nel 2001, Carlo Molfetta torna sul podio iridato ai campionati mondiali di Taekwondo che si sono svolti nei giorni scorsi a Copenhagen (DEN). Il forte atleta azzurro, nativo di Mesagne, in forza al Centro Sportivo Carabinieri, ha sfiorato uno storico oro al termine di una tiratissima finale contro il turco Bahri Tanrikulu, il quale ha prevalso solamente grazie al giudizio arbitrale; l'incontro di finale si è infatti concluso sul punteggio di 2 a 2 e nel successivo “golden point” il risultato tra l'azzurro ed il turco è rimasto in parità. L'oro va quindi a Tanrikulu e l'argento, pur rimanendo un risultato eccezionale, lascia un pizzico di rammarico a Carlo Molfetta che, oggettivamente, sembrava meritarsi la medaglia più preziosa. La gara del venticinquenne carabiniere mesagnese è stata prorompente: 8 a 1 sull'armeno Sahakyan al primo turno; 3 a 0 al cinese Yi Zheng nell'incontro successivo; poi è stata la volta del russo Musaeev, eliminato con un perentorio 7 a 5; nei quarti Molfetta ha affrontato e battuto per 4 a 2 l'inglese Brown e una volta in semifinale con il serbo Vanja Babic: l'incontro sembrava compromesso quando l'azzurro sotto di 4 punti, è riuscito a sferrare colpi micidiali e a ribaltare le sorti del match, vincendo 5 a 4 e guadagnando l'accesso per la finalissima. A Carlo Molfetta va il secondo argento iridato della carriera. Nel palmares del campione dell'Arma dei Carabinieri, spiccano altre medaglie importanti: tra le più recenti il bronzo conquistato agli Europei di Roma 2008 e l'argento ai Mondiali CISM dello stesso anno in Corea.


A distanza di qualche giorno dalla medaglia d’argento, cosa ti resta dell’esperienza in Danimarca?

Su tutto, i mesi di preparazione che hanno preceduto la gara. Con il mio gruppo abbiamo fatto un grande lavoro, visto che nella mia disciplina le gare si costruiscono con tanti giorni di dura fatica. L’esperienza è stata bellissima, quello che importava era arrivare in finale, solo il giudizio dei giudici mi ha impedito di conquistare l’oro, ma va bene lo stesso. Sono soddisfatto comunque.


Non sarai appagato proprio adesso?

No, no. Se così fosse farei un altro mestiere! Scherzi a parte, devo ammettere che, dopo un successo, è più facile rilassarsi nei periodi di pausa e poi ripartire.


Il tuo prossimo obiettivo? Le Olimpiadi di Londra?

Per ora la mia mente è rivolta agli Europei del prossimo anno in Russia. Per quanto concerne le Olimpiadi di Londra, ancora è presto per poterci pensare, ma non nego che per uno sportivo il sogno è proprio quello delle Olimpiadi. Vedremo… tutto si costruisce passo dopo passo.


Descrivi la tua giornata-tipo durante i periodi di allenamento.

Mi alzo alle cinque del mattino, faccio colazione e alterno sessioni lunghe e faticose ad altre “di scarico”, come per tutti gli altri sport. Alle sei del mattino il primo allenamento è di circa un’ora. Il secondo è quello delle ore dieci, di circa due ore. Per chiudere alle ore 16 c’è il terzo allenamento, quello più lungo, di due ore e mezza.


E come dieta, che cosa mangi?

In primo luogo, negli anni ho girato un po’ e mi sono convinto che la cucina italiana è davvero tra le migliori. Quindi la dieta è la tipica mediterranea: primo, secondo, verdura e molta frutta. Per la digestione è meglio alternare: o solo pasta o solo carne a ogni pasto.


Che cosa ti affascina di uno sport comunque di nicchia come il Taekwondo?

Mi piace perché è uno sport difficile. Ti alleni per mesi per arrivare preparato ad una gara sola. Se vai male, non puoi recuperare dopo una settimana. Inoltre, conta molto l’aspetto tecnico. Quando corri o gareggi in bici, vai avanti finché non ne puoi più. Noi, anche quando siamo distrutti, dobbiamo mantenere il gesto atletico e rispettare le regole.


Dove ti alleni?

Ormai sono quasi dieci anni che vivo nella capitale. Mi alleno al centro di preparazione olimpica “Giulio Onesti” a Roma ed il mio maestro della nazionale è il coreano Yoon Soon Cheul.


Che cosa fa Carlo Molfetta nel tempo libero?

Il mio tempo libero lo dedico soprattutto agli amici, navigo su internet, leggo libri quando ne trovo qualcuno davvero interessante e ascolto ogni genere di musica.


In passato, prima di dedicarti al Taekwondo hai fatto altri sport?

Fino all’età di 7 anni ho giocato a calcio, poi per due anni ho seguito dei corsi di pallacanestro con la Virtus Mesagne, poi divenuta Fortitudo Mesagne e a questa disciplina sono rimasto molto legato.


Simpatizzi per qualche squadra?

Per quanto riguardo il calcio, sono tifosissimo dell’Inter. Sulla sponda basket guardo con occhio particolare le competizioni del Dream Team della Nba.


La tua situazione sentimentale?

Al momento sono single, quando si fa sport ad alto livello, di solito, non si ha molto tempo a disposizione da dedicare ad un’eventuale metà.


Hai mai avuto relazioni con donne del mondo dello sport?

Sì, ho avuto due storie. La prima, nel periodo precedente alle Olimpiadi di Atene 2004, con una ragazza messicana, Iridia Salazar, anche lei nazionale di Taekwondo; la seconda, fino a marzo 2009, con una nazionale di nuoto sincronizzato, Dalila Schiesaro.


In bocca al lupo per il futuro!

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