venerdì 29 giugno 2012

Sogno o son desto? La partita più grande da Germania 2006

Quella che resta negli occhi alla fine è una partita che è molto difficile credere sia stata vera, e non abbia fatto parte invece di un sogno. Abbiamo battuto la Germania 2-0 con due gol di Balotelli che può diventare il miglior giocatore dell’Europeo e ci stiamo preparando per andare a Kiev ad affrontare la Spagna in finale: sogniamo o siamo desti? E’ la stessa Italia che due anni fa Prandelli ha raccolto dalle macerie di Sudafrica 2010? Un match risolto addirittura nel primo tempo, con pochissima storia, se non qualche brivido iniziale. Nessuno avrebbe potuto immaginarlo. A testimonianza che il calcio ha pur sempre del misterioso, celestiale, incontrollabile. L’Italia non ha vinto per un miracolo, è questo il punto. Ha vinto perché se lo è fortemente meritato. Giocando la miglior partita che le sia capitata da quando è diventata campione del Mondo a Berlino il 9 luglio 2006. Cancellando, si spera, tutto quello che di negativo c’è stato in mezzo. Forse non sarà una partite che porta l’Italia fuori dalla sua crisi – parliamo sempre di calcio, intendiamoci… – ma abbiamo sicuramente una grande squadra e dei grandi giocatori. I giocatori non riesci mai a misurarli e valutarli perfettamente fino a quando non ti trovi coinvolto in serate del genere, serate che danno la reale dimensione del gruppo, delle sue capacità tecniche, fisiche e soprattutto psicologiche. E’ contro i grandi avversari che devi misurare la tua grandezza: e l’Italia è già passata attraverso Spagna, Inghilterra e Germania. Non può essere una coincidenza, non siamo in finale per fortuna. Ci siamo perché l’Italia è semplicemente forte, tecnicamente dotata e preparata. Un campionato non dei più eccelsi (forse) e un calcio italiano preso a schiaffi in Europa a livello di club, questa nazionale ha partorito. Questo sì è stato un piccolo miracolo di Prandelli, nessuno poteva pensare a questo.

E adesso ci ritocca la Spagna, in una partita che non avrà nulla a che fare con quella d’esordio in questo Europeo in Polonia e Ucraina. Sono convinto che un po’ si sia vinto anche perché la Germania non è praticamente esistita ed è stata mandata ko dalla doppietta di Balotelli, ma soprattutto perché la preparazione della partita degli azzurri è stata praticamente perfetta. Niente affatto stanchi pur avendo avuto due giorni di riposo in meno, concentratissimi e determinati, chiusi in difesa e determinati in attacco. E’ sulle qualità tecniche messe in mostra dai giocatori, sulla capacità dell’attacco di far male al momento giusto, sulla capacità del centrocampo con Pirlo e De Rossi di tenere unita e compatta la squadra, sulla difesa che ha completamente disinnescato gli attaccanti tedeschi che si misura la grandezza dell’Italia. Il “possesso palla” tanto citato nei giorni scorsi è stato di leggero predomionio della Germania (54%), ma è stata la qualità immensamente più elevata di quel 46% degli azzurri a vincere. Un numero di per sé non significa niente, contano gli uomini che quel numero determinano.

Prandelli ha azzeccato tutto. Senza andare troppo indietro, e cioè ai due anni di gestione precedente tra il 2010 e oggi: è chiaro che ha azzeccato ad esempio la scelta di un attacco che finora magari poteva aver giocato bene, ma che ancora non era riuscito a sfondare. Troppi pochi gol si diceva: un Cassano abbastanza spompato e un Balotelli ancora perso in se stesso. I migliori in campo sono stati proprio loro, sono stati loro i cazzotti che hanno spedito ko la Germania. Prandelli ha creduto in loro, li ha difesi e soprattutto caricati.

La Germania ci soffre storicamente. Più ci accolgono al ritmo di cori con pizza e mandolini, più loro si presentano in campo da grandi favoriti, e più ci soffrono. E perdono. Dal 1970 a oggi. Girando per Varsavia i tifosi tedeschi erano convinti che questa sarebbe stata la serata giusta, la grande notte del riscatto, “La Pizza è arrivata al capolinea”, ed è stata un’altra grande notte per l’Italia e un’altra serata francamente umiliamente (sempre calcisticamente parlando per carità) per loro.

E’ stata la notte ovviamente di Mario Balotelli. Ha segnato gol bellissimi, soprattutto il secondo. Quando riesce a giocare con la testa libera da pressioni e a sbrigliare l’istinto è insuperabile. Gli è stata messa addosso una pressione enorme, inizialmente era un peso che non sopportava., Adesso sembra essersene liberato. In ogni caso non ci basta ancora: ci serve un’altra grande partita e altri gol così.

martedì 26 giugno 2012

IL BATTICUORE DI KIEV

La vittoria, quando arriva così, mette a dura prova le coronarie. Del resto lo aveva detto anche Buffon (”I rigori? Mi auguro di no”), che poi ha fatto la parata decisiva su Johnson regalandoci praticamente la semifinale. Il momento più duro, ai rigori, è stato l’errore di Montolivo e quello più esaltante il “cucchiaio” (o come dicono i calciatori lo “scavetto”) di Pirlo. Indimenticabile poi il momento in cui Diamanti mette dentro l’ultimo penalty: è il giocatore rivelazione della nazionale, ha estro, qualità, coraggio. Non sarebbe stato giusto che l’Italia finisse fuori ai rigori, ma poteva capitare. E il giudizio non sarebbe dovuto cambiare. Ma invece i risultati nel calcio cambiano tutto, si sa. E dunque adesso la nazionale si sente in rampa di lancio, pronta a fare tutto, addirittura galvanizzata dall’idea di giocarsela fino in fondo. Sì fino alla finale, domenica prossima, proprio in questo stadio, proprio a Kiev: contiamo di tornarci.
Ogni tanto l’andamento della partita e la sequenza dei rigori coincidono, concordano. Non diventano una beffa, la beffa dei rigori, la lotteria dei rigori. Dai rigori l’Italia ha ottenuto quello che era giusto che ottenesse. Potremmo metterci qui a fare il conteggio di quante volte i rigori ci hanno dato e di quante ci hanno tolto ( ci abbiamo vinto un Mondiale e perso un altro…) ma adesso già non conta più, il clima di festa circonda la squadra che in questo momento si sente forte, fortissima, insuperabile. E comunque con i rigori in un grande torneo internazionale ci devi fare i conti, sono come una spada di Damocle che ti pende sulla testa.
Dopo aver battuto l’Inghilterra – un avversario forse tecnicamente inferiore agli azzurri in questo momento, ma comunque un grande avversario – l’Italia si appresta ad affrontare la Germania di Gomez, Ozil & C. Un punto di riferimento del calcio mondiale. Prima ancora di ripensare alla partita che abbiamo superato, viene da pensare in cosa si stia trasformando questo Europeo. Avevo detto che questa era la partita della svolta, che in qualche maniera poteva segnare il futuro della nazionale. L’Europeo, nei programmi, doveva essere un torneo di passaggio. E invece sta diventando qualcosa di più, di molto di più. Non dico che tutto quello che da stasera in poi viene è tutto di guadagnato, perché non sarebbe la mentalità giusta, con cui affrontare l’avversario più difficile, però l’Italia almeno diciamo che l’Italia sta diventando la sorpresa dell’Europeo. O la rivelazione se ci piace.
L’Italia ha dovuto affrontare prove difficili per arrivare fino alla semifinale di giovedì a Varsavia. Ci siamo battuti contro la Spagna e non abbiamo certo demeritato, ci siamo misurati contro l’Inghilterra, che abbiamo battuto solo ai rigori, ma che nei novanta minuti è stata anche sommersa di occasioni da gol. La partita l’ha fatta l’Italia. Insomma nessuno ci ha regalato niente anzi. Non solo, il calcio dell’Italia non è stato speculativo e rinunciatario come quello degli inglesi che sono arrivati davanti a Buffon molto più raramente. Balotelli ha avuto molte più palle gol di Rooney che ha ben altra statura internazionale. L’attaccante del City ha iniziato con qualche difficoltà, sembra iniziare le partite ragionando troppo e con una leggera paura, cerca il tiro solo in posizione perfetta. Ma quando rompe il fiato e libera l’istinto il peso in attacco si sente eccome. Per me ha fatto una grande partita. E’ un peccato che sia fermo ad un solo gol in questo Europeo. Ne merita di più e la Germania è l’occasione giusta per trovare la definitiva consacrazione internazionale.
Certo non tutto è stato perfetto. Cassano sinceramente sembra aver esaurito la riserva di fiato e concentrazione, l’infortunio di De Rossi – il migliore in campo nei novanta minuti – ha aperto un altro problema (dopo quello di Chiellini) nella gestione stessa della partita. Prandelli è stato costretto a chiudere la gara bcon l’Inghilterra con una punta sola. Penso però che proprio in queste difficoltà, nell’esigenza di improvvisarsi il futuro in minuti di partita così concitati e complessi, nasca una bella squadra. Ho ancora pudore a dire grande, ma è come se lo avessi detto.

martedì 19 giugno 2012

CE LA POSSIAMO GIOCARE CON TUTTI

E' finita come era giusto e logico che si chiudesse il girone, con la Spagna al primo posto e l'Italia ai quarti. E' finita con la lezione di sportività dei Campioni del Mondo, alla faccia di quelli che credevano davvero al biscotto, forse perché contagiati dalla cultura dei sospetti e delle irregolarità. Ce l'ha fatta invece l'Italia, grazie a se stessa e a una partita che ha rilanciato gli azzurri al modulo più logico, con De Rossi a centrocampo, perché quella è la sua natura e pensare di dover sprecare le sue qualità in un ruolo non congeniale è davvero troppo. Bravo Prandelli, nella partita decisiva, a restituire ai tifosi la squadra che tanto bene aveva fatto nelle qualificazioni, con Pirlo capace di dettare i tempi con gente capace di strappare e sfruttare i suoi tocchi. Ora può davvero cominciare l'Europeo dell'Italia, che offre l'impressione di essere in crescita e non deve più commettere l'errore di lasciare in equilibrio partite assolutamente alla portata. L'Italia l'ha chiusa con l'Irlanda, così come doveva fare con la Croazia e non c'era bisogno di tutta questa sofferenza finale.

Ma la fotografia della partita è molto, se non tutta, nei gol di Cassano e Balotelli, gli attaccanti designati al debutto e che hanno visto le loro strade divise proprio nei novanta minuti decisivi. E' stato sostituito Cassano, che aveva firmato il gol capace di aprire la partita; poi ci ha pensato Balotelli, subentrato a Di Natale e capace di chiudere una gara comunque complicata con una
prodezza. Sono stati due gol su calci d'angolo, ma forse per la prima volta l'Italia ha regalato alle punte l'assistenza che meritavano. E anche per questo Prandelli merita il massimo apprezzamento, per aver tenuto sulla corda tutti i suoi attaccanti, senza perdere nessuno per strada. Ora l'Italia sa di potersela giocare con le altre sette migliori d'Europa e soprattutto sa di avere un'infinità di frecce al proprio arco. Abate e Balzaretti sono stati bravi a sostituire Maggio e Giaccherini e soprattutto Prandelli, come detto, è stato ancora più bravo a capire il momento giusto per rilanciare l'Italia. L'Italia delle qualificazioni, con tanto cuore e con De Rossi gigante a centrocampo.