martedì 26 giugno 2012

IL BATTICUORE DI KIEV

La vittoria, quando arriva così, mette a dura prova le coronarie. Del resto lo aveva detto anche Buffon (”I rigori? Mi auguro di no”), che poi ha fatto la parata decisiva su Johnson regalandoci praticamente la semifinale. Il momento più duro, ai rigori, è stato l’errore di Montolivo e quello più esaltante il “cucchiaio” (o come dicono i calciatori lo “scavetto”) di Pirlo. Indimenticabile poi il momento in cui Diamanti mette dentro l’ultimo penalty: è il giocatore rivelazione della nazionale, ha estro, qualità, coraggio. Non sarebbe stato giusto che l’Italia finisse fuori ai rigori, ma poteva capitare. E il giudizio non sarebbe dovuto cambiare. Ma invece i risultati nel calcio cambiano tutto, si sa. E dunque adesso la nazionale si sente in rampa di lancio, pronta a fare tutto, addirittura galvanizzata dall’idea di giocarsela fino in fondo. Sì fino alla finale, domenica prossima, proprio in questo stadio, proprio a Kiev: contiamo di tornarci.
Ogni tanto l’andamento della partita e la sequenza dei rigori coincidono, concordano. Non diventano una beffa, la beffa dei rigori, la lotteria dei rigori. Dai rigori l’Italia ha ottenuto quello che era giusto che ottenesse. Potremmo metterci qui a fare il conteggio di quante volte i rigori ci hanno dato e di quante ci hanno tolto ( ci abbiamo vinto un Mondiale e perso un altro…) ma adesso già non conta più, il clima di festa circonda la squadra che in questo momento si sente forte, fortissima, insuperabile. E comunque con i rigori in un grande torneo internazionale ci devi fare i conti, sono come una spada di Damocle che ti pende sulla testa.
Dopo aver battuto l’Inghilterra – un avversario forse tecnicamente inferiore agli azzurri in questo momento, ma comunque un grande avversario – l’Italia si appresta ad affrontare la Germania di Gomez, Ozil & C. Un punto di riferimento del calcio mondiale. Prima ancora di ripensare alla partita che abbiamo superato, viene da pensare in cosa si stia trasformando questo Europeo. Avevo detto che questa era la partita della svolta, che in qualche maniera poteva segnare il futuro della nazionale. L’Europeo, nei programmi, doveva essere un torneo di passaggio. E invece sta diventando qualcosa di più, di molto di più. Non dico che tutto quello che da stasera in poi viene è tutto di guadagnato, perché non sarebbe la mentalità giusta, con cui affrontare l’avversario più difficile, però l’Italia almeno diciamo che l’Italia sta diventando la sorpresa dell’Europeo. O la rivelazione se ci piace.
L’Italia ha dovuto affrontare prove difficili per arrivare fino alla semifinale di giovedì a Varsavia. Ci siamo battuti contro la Spagna e non abbiamo certo demeritato, ci siamo misurati contro l’Inghilterra, che abbiamo battuto solo ai rigori, ma che nei novanta minuti è stata anche sommersa di occasioni da gol. La partita l’ha fatta l’Italia. Insomma nessuno ci ha regalato niente anzi. Non solo, il calcio dell’Italia non è stato speculativo e rinunciatario come quello degli inglesi che sono arrivati davanti a Buffon molto più raramente. Balotelli ha avuto molte più palle gol di Rooney che ha ben altra statura internazionale. L’attaccante del City ha iniziato con qualche difficoltà, sembra iniziare le partite ragionando troppo e con una leggera paura, cerca il tiro solo in posizione perfetta. Ma quando rompe il fiato e libera l’istinto il peso in attacco si sente eccome. Per me ha fatto una grande partita. E’ un peccato che sia fermo ad un solo gol in questo Europeo. Ne merita di più e la Germania è l’occasione giusta per trovare la definitiva consacrazione internazionale.
Certo non tutto è stato perfetto. Cassano sinceramente sembra aver esaurito la riserva di fiato e concentrazione, l’infortunio di De Rossi – il migliore in campo nei novanta minuti – ha aperto un altro problema (dopo quello di Chiellini) nella gestione stessa della partita. Prandelli è stato costretto a chiudere la gara bcon l’Inghilterra con una punta sola. Penso però che proprio in queste difficoltà, nell’esigenza di improvvisarsi il futuro in minuti di partita così concitati e complessi, nasca una bella squadra. Ho ancora pudore a dire grande, ma è come se lo avessi detto.

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