sabato 29 novembre 2008

16^giornata di Eccellenza Pugliese - BOYS BRINDISI-LOCOROTONDO 1-2


Terzo tempo a fine gara

sig. Gironda Veraldi di Bari - Leo Serri, centrocampista
Graziano Gori, all. Brindisi
Riccardo Di Giovanni, all. Locorotondo
Maurizio Flore, ds Brindisi
Sergio De Tommaso, centrocampista Locorotondo
Tifosi Locorotondo

Graziano Gori, all. Brindisi
Formazione Locorotondo


Formazione Brindisi

BRINDISI CALCIO-VICTORIA LOCOROTONDO 1-2
BRINDISI CALCIO: Laguardia; Edjekpan, Fraticelli (23’st Fraticelli), Vatalaro, Pinca; Frascaro, Giordano (9’st Carteni), Amadou (18’ Lonoce), Scozia; Ermito, Di Santantonio. A disp: Minelli, Borghese, Lopetuso, Allegroni. All.: Gori.
V.LOCOROTONDO: Maggi; Lisi, Baldassarre, Campanella, De Blasio; Monticelli, Cassano, Maurelli; Serri (30’st Lucani), De Tommaso; Beltrame (23’st Paparella). A disp.: Petruzzelli, Convertini, Diamante, Colucci, Di Bari. All.: Di Giovanni.
ARBITRO: Gironda di Bari.
MARCATORI: 46’pt De Tommaso (L), 26’st De Tommaso (rig. L), 36’st Frascaro (rig. B).
NOTE: Spettatoti 300 circa, di cui 50 ospiti. Espulso al 25’st Pinca (B) per proteste. Ammoniti: Di Santantonio, Fraticelli, Pinca, Lonoce (B), Campanella (L).

FRANCAVILLA FONTANA – Il Locorotondo di mister Di Giovanni s’impone sull’undici adriatico grazie a due reti di Sergio De Tommaso. La gara nel primo tempo è stata equilibrata su entrambi i fronti e le occasioni più pericolose sono scaturite da calci piazzati. Partono con il piede sull’acceleratore gli ospiti: al 18’ De Tommaso dopo una discesa sull’out di sinistra, si ritrova liberissimo dinnanzi a Laguardia, ma il pallonetto del numero 10 ospite è facile preda per il portiere di casa. Al 19’ Di Santantonio risponde da 25 metri su tiro piazzato, ma la palla sfiora di poco il palo. Nel primo minuto di recupero l’episodio che sblocca il match: Amadou commette fallo su De Tommaso poco prima della linea dei sedici metri, s’incarica della battuta De Tommaso che, con un destro perfetto, insacca alle spalle dell’incolpevole Laguardia. Nella ripresa il Brindisi rientra in campo con l’intento di ribaltare il risultato, ma spesso viene messo in difficoltà dalle ripartenze veloci degli ospiti. Al 20’ è ancora De Tommaso a impegnare l’estremo di casa direttamente su calcio d’angolo. Al 26’ Serri viene atterrato in area di rigore da Pinca, per il direttore di gara non ci sono dubbi: è calcio di rigore. Se ne incarica della battuta De Tommaso che, di destro, spiazza Laguardia. Al 31’ è De Blasio a mettere alla prova i riflessi dell’estremo di casa con un tiro a boccia ferma dai 22 metri. Al 36’ il neo entrato Carteni viene chiuso a sandwich all’interno dell’area e l’arbitro assegna il rigore al Brindisi. Sul dischetto si presenta Frascaro che, con un tiro secco, spiazza Maggi. Il Brindisi a questo punto alza il baricentro alla ricerca disperata del pareggio, ma la conclusione di Lonoce al minuto 43 è troppo debole per impensierire l’estremo ospite. Amareggiato a fine gara il direttore generale del Brindisi Calcio Angelo Lombardi. “Credo che il risultato sia giusto visto il numero di occasioni da gol create – ha affermato il dg biancazzurro-. Forse con un pizzico di fortuna in più avremmo potuto riagguantare almeno il pari, non ci siamo riusciti e non possiamo far altro che continuare a lavorare per raggiungere la salvezza tanto sperata. L’avversario di oggi sicuramente era ostico e molto esperto della categoria”.

venerdì 28 novembre 2008

FRANCAVILLA-BITONTO: SFIDA-VERITA'


Il Francavilla può definitivamente allontanare la zona play-out e lasciarsi alle spalle i tempi bui. Nel derby contro il Bitonto è chiamato a confermare quanto di buono ha fatto domenica scorsa a Torre del Greco e a riscattare in via terminale le difficoltà mostrate in casa nella precedente porzione di campionato.
Mino Francioso ha recuperato tutti, anche Gigi Galeandro, reduce dai postumi di una botta che domenica scorsa lo aveva costretto a lasciare anzitempo il “Liguori” di Torre del Greco. Con la difesa in emergenza, occorrono duttilità e idee nuove. Soltanto così il tecnico brindisino può assetare il pacchetto arretrato del Francavilla, privo degli squalificati Falanca e Gallù.
Alla luce di ciò sarà riproposto l’ormai consueto 4-3-1-2, messo da parte domenica scorsa per le non perfette condizioni del cursore Giuseppe Nasca. Così, davanti a Laghezza, dovrebbero essere schierati Di Pasquale, Anglani, Paglialunga e Gallo; Travaglione farà da diga in mezzo al campo con al fianco i cursori Nasca e Morleo. Al sostegno delle “due torri” Sergi e Galeandro, dovrebbe agire il fantasista Giovanni Malagnino.
Il Bitonto, allenato da Pietro Ruisi, fuori casa ha raccolto 5 punti in sei partite: ha vinto solo a Francavilla in Sinni e pareggiato sui campi di Fasano e Genzano. Sono numeri che definiscono un cammino esterno deficitario, ma che non deve illudere i biancocelesti. I baresi hanno un atteggiamento molto offensivo ad alto tasso di pericolosità, specie in avanti dove giocano Infantino e Persia, con l’alternativa Fabio Di Domenico, non ancora al meglio con la forma fisica. Anche in mezzo, con la regia affidata al duo Dentamaro-Caccavale, i neroverdi possono innescare azioni insidiose, specialmente se le due ali Di Bitetto e Logrieco sono in giornata di grazia. In difesa la coppia centrale è formata da due esperti, vale a dire la coppia Camasta-Modesto, mentre sugli esterni si posizionano il capitano Cantatore, a destra, e l’under Fabio Merafina a sinistra. In porta l’esperto Vito Castelletti (ex Noci) è l’alternativa al giovane Lima.
L’ultima sfida tra biancocelesti e neroverdi risale alla stagione 2002/03, anno in cui i baresi si aggiudicarono la Premier League pugliese e approdarono in serie D. Alla loro guida c’era Nicola Ragno e a Francavilla cedettero per 4 reti a 2: per i biancocelesti andarono in gol Mino Tedesco, due volte capitan Di Serio e Leonardo Francioso.
Il match di domenica avrà inizio alle ore 14.30 e sarà diretto dal sig. Gargano Gaetano della sezione di Roma 1, coadiuvato dagli assistenti di linea Scaccia Pierluigi e Caringi Alessandro, rispettivamente delle sezioni di Frosinone e Cassino.

sabato 22 novembre 2008

Francavilla Juniores, la vittoria dell'ultimo secondo

(Emiliano Di Presa dopo il gol siglato al 95')
FRANCAVILLA FONTANA-ANGRI 3-2
FRANCAVILLA F.NA (4-3-3): Magazzino; Spinelli (10’st Damone), Candita, Di Presa, Truppi (25’st Vacca); Misuraca, Paciullo R., Paciullo M. (20’st Siliberto); Vendetta, Laghezza, Russo. A disp.: Palma, D’Angela, Gioia, Schiavone. All.: Trisolino.
ANGRI (4-4-2): Fummo; D’Auria, Di Capua, Coda, Salsano; Battaglia, Giardiello, Tedesco, Noto; De Luca (41’st Amarante), Fantasia (21’st Bisogni). A disp.: Manzi, Carotenuto, Cirillo, Bove. All.: Rega.ARBITRO: Vito Calogiuri di Lecce. (assistenti: Annese e Santoro di Bari)
MARCATORI: 9’st Tedesco (A), 13’st Paciullo R.(rig. F), 14’st Giardiello, 38’st Vendetta (F), 50’st Di Presa (F).
NOTE: Spettatori 200 circa. Esplusi: al 14’st D’Auria (A) per proteste, al 29’st Giardiello (A) per fallo a gioco fermo e Spinelli (F) per proteste dalla panchina, al 47’st Candita (F) per fallo di reazione. Ammoniti: Laghezza (F), Misuraca (F), Di Capua (A).

FRANCAVILLA FONTANA - Imponendosi per 3-2 sull'Angri, i giovani allenati da Mimmo Trisolino tornano a dire la loro nel Campionato Nazionale Juniores. Si chiude a rete inviolate la noiosa prima frazione di gioco. Ben diversa la musica nella ripresa, nella quale si sono registrate 5 reti e 4 espulsioni. Al 9' sono gli ospiti a passare in vantaggio: Truppi sbaglia l'anticipo in una chiusura, Battaglia avanza imperiosamente sulla destra e serve un cross al bacio per Tedesco che, di testa, insacca alle spalle di Magazzino. Al 12' una punizione di Vendetta viene ribattuta dalla barriera, il sig. Calogiuri di Lecce assegna il penalty per una deviazione di mani. Sul dischetto si presente Paciullo Rossano che, di destro, mette alle spalle di Fummo. A seguire la prima espulsione per i campani, a finire anticipatamente sotto la doccia è il terzino D'Auria, per proteste sull'assegnazione del penalty. Al 14' è ancora l'Angri a passare in vantaggio: da una punizione dalle retrovie Giardiello trova il guizzo giusto per trafiggere di piatto un incerto Magazzino. I campani a questo punto smettono di giocare e iniziano a simulare e a perdere tempo. Al 29' arriva l'espulsione del capitano Giardiello, reo di aver colpito a gioco fermo Misuraca a terra nell'occasione. Il nervosismo in campo e nelle panchine è evidente, l'arbitro espelle anche il biancoceleste Spinelli per essere rientrato in campo a protestare dopo la sua sostituzione. Al 38' è un capolavoro di Vendetta su punizione a riequilibrare il match: il numero 10 biancoceleste con una palombella scavalca la barriera e insacca imparabilmente alla spalle di Fummo. Al 47' ancora un'espulsione nelle file del Francavilla, è la volta del capitano Càndita, che, dopo esser stato anticipato dal portiere avversario in uscita, lo colpisce goffamente con una gomitata. Al minuto 50' arriva il gol che vale i 3 punti: Russo lancia per Laghezza che con il destro colpisce in pieno il palo, sulla palla si fionda Emiliano Di Presa e insacca per il 3-2 finale.

FRANCAVILLA, IMPEGNO OSTICO A TORRE DEL GRECO

La voglia di risalire, la forza di essere ancora in piedi, l’orgoglio di chi non vuole cedere. C’è tanto alle spalle e dentro questa partita, ma la verità è solo in fondo. A Turris-Francavilla è affidato molto: l’umore e le prospettive. L’umore di una squadra che ha subito tanto e che qualcosa si è provocata da sé, che sta faticando per recuperare l’autostima e ha bisogno di conferme per riprendere a marciare con fierezza, che si sforza di ottenere serenità e che, con i ripetuti sacrifici del proprio tecnico e con il sudore proprio, sembra lentamente ritrovare ciò di cui ha bisogno. E le prospettive di un organico costruito per stare più su rispetto all’attuale classifica, incagliato nelle difficoltà della categoria e in una concentrazione di episodi sfavorevoli che non ha saputo e non ha potuto evitare. Il Francavilla ha novanta minuti per rifarsi una verginità tecnica e riposizionarsi in graduatoria, per recuperare il proprio posto al tavole delle tranquille, messo frettolosamente in discussione, e tornare ad essere più vicino a se stesso. L’avversario è ostico, difficile da scavalcare. Buono perché una vittoria farebbe rumore, perché un pareggio sarebbe onorevole. Pessimo perché non è il modo più agevole per riconquistare il sorriso. I corallini allenati da Sergio La Cava hanno ambizioni ridimensionate rispetto allo scorso torneo e, come il Francavilla, ha come obiettivo primario la salvezza tranquilla. Allo stato attuale dispone di 15 punti nel carniere, due in più dei biancocelesti, frutto di 3 vittorie, 6 pareggi e 2 sconfitte, tra l’altro relative alle prime due giornate. Sergio La Cava, solitamente schiera un 4-3-1-2 analogo a quello di Mino Francioso. In porta si affida all’esperienza di Silvano Romagnini, in difesa la coppia centrale, solitamente, è formata dagli esperti Follera e De Carlo, mentre le fasce sono occupate da due under. A centrocampo sembra aver trovato un assetto definitivo con il trio Sullo-Coppola-Visciano alle spalle del giovane trequartista Ruggiero. L’attacco è affidato a uomini di indiscusso valore, come il 'sempreterno' Checco Vitaglione e il forte Filippo Tortora.

Il gruppo di Francioso ha il dovere di provarci e sembra disposto a crederci. La vigilia è stata intensa, per il bisogno di trovare l’undici migliore prima di schierarlo: in assenza degli squalificati Di Pasquale e Gallù. Mino Francioso ha provato, sperimentato tutto, verificando errori, omissioni e vantaggi di diversi impianti. Non ha ancora deciso e, forse, si porterà il dubbio fino a qualche minuto prima del match. Intanto ha allenato la squadra ad essere pronta: qualunque modulo venga scelto, qualsiasi interprete venga chiamato ad eseguirlo. Tutti sentono la possibilità di giocare, ognuno pensa di avere spazio negli undici: il rientro di Morleo e Travaglione e qualche ipotesi coraggiosa del tecnico hanno ampliato il numero dei possibili titolari e reso imprevedibili le decisioni. Esiste, da quanto si riesce a comprendere, solo qualche possibilità in più per il 4-3-1-2. Con Borromeo a destra della difesa e Gallo a sinistra, coppia centrale formata da Anglani e Falanca. Morleo e Nasca mediani destro e sinistro e Travaglione argine centrale, Malagnino trequartista e Galeandro in coppia con Sergi in attacco. Calcio d’inizio previsto per le ore 14.30. Dirigerà l’incontro il sig. Carovita Luigi della sezione di Cosenza, coadiuvato dagli assistenti Guerriero Giuseppe e Lavìa Luigina, rispettivamente delle sezioni di Catanzaro e Cosenza.

giovedì 20 novembre 2008

C’era una volta il pallone senza macchia


C’era una volta il calcio giovanile. Quello puro, quello dove si insegnava a calciare, ma soprattutto a campare. Vincere o perdere poco importava, l’importante era esserci.

Nei personali ricordi di anni fa, più o meno, era così. Si rincorreva la palla, comunque l’oggetto dei desideri e dei sogni, ma si badava anche ad altro. Lo spogliatoio come palestra di vita, un ambiente variopinto nel quale il confronto era all’ordine del giorno.

Da qualche tempo, evidentemente, non è più così. Il calcio giovanile ha subito una trasformazione repentina. In peggio. Non che oggi non ci siano più allenatori, dirigenti, presidenti e via discorrendo in grado di insegnare calcio. Probabilmente, anzi, quelli attuali sono più preparati ed evoluti rispetto ai colleghi del passato per una serie di motivazioni. È il concetto di calcio giovanile che si è rovinato. E questa piccola-grande vicenda raccontata accanto lo dimostra ancora una volta.

La «Calciopoli made in Puglia» è un invito a riflettere. Ammonizioni che spariscono e riappaiono, come se si fosse a caccia di fantasmi nei castelli scozzesi. Ma che roba è? Ma di cosa stiamo parlando? Bel modo di insegnare calcio, bel modo di indirizzare i giovani calciatori verso la correttezza e la lealtà sportiva. Sei stato ammonito? Non preoccuparti, ci penso io, giocherai lo stesso. Per non parlare, poi, della cattiva abitudine di esonerare i tecnici perché i risultati non arrivano. Roba che non si può sentire, già si fatica ad accettarlo nel mondo dei professionisti, figuriamoci poi nel calcio del settore giovanile e scolastico...

Una convinzione soggettiva. A fare da spartiacque con il passato, è stata l’introduzione delle promozioni e delle retrocessioni, una sorta di «aborto » calcistico che altro non ha fatto se non inquinare l’essenza del calcio giovanile. Il cambio del sistema, fine anni Novanta, ha in sostanza finito con l’esasperare le tranquille domeniche di una volta. La cultura del vincere per forza. Ad ogni costo. Non è così che si educano i giovani, né sotto l’aspetto sportivo, né sotto l’aspetto culturale. È così, invece, che si concede terreno fertile al lato oscuro del pallone.

mercoledì 19 novembre 2008

Week-end in Click - 16 novembre 2008

Antonio Cassano in Sampdoria-Lecce

Francavilla Calcio, cercasi personalità e cattiveria


Contro il Grottaglie, il Francavilla sciupa il secondo set point casalingo pareggiando ancora una volta. I biancocelesti forzano subito il dispositivo difensivo degli ospiti e fanno la gara. Sembrano più solidi, ma è solo illusione. Il Grottaglie pareggia e, alla fine, ognuno ottiene quello che è lecito: un punto a testa.
La squadra di Francioso naviga in mezzo ad un difetto di personalità che ne limita le intenzioni e gestisce male un po’ di situazioni, che l’avversario dimentica peraltro di capitalizzare. La soluzione del doppio centravanti (Sergi insieme a Galeandro) funziona in avvio di match, ma poi si stempera. Malagnino possiede volontà, ma non trova le zolle per dettare il guizzo. In mezzo al campo la quantità non genera qualità.
Come era già successo contro il Genzano, anche nel post-partita contro il Grottaglie i tifosi hanno contestato calciatori e dirigenti. Ancora una volta, le dichiarazioni del presidente, Mino Distante, sono state forti ed indirizzate a rilevare come la squadra non stia giocando bene e come qualche giocatore non stia facendo la tanto ricercata “differenza”.
Dopo partita inusuale nell’area spogliatoi dello stadio francavillese. I tifosi , civilmente, hanno voluto parlare con i diretti interessati per capire i motivi di questo periodo poco positivo per il Francavilla. Alcuni giocatori prima, e a seguire mister Francioso, hanno risposto alle domande dei tifosi, certamente delusi e amareggiati per questi risultati non pienamente positivi.
Nelle ultime ore è stata rinnovata l’unità d’intenti di tutti i componenti della società. Distante ha ribadito il suo concetto-principe: vuol fare sempre bella figura, difficoltà o non difficoltà. Tutti i componenti del direttivo sono d’accordo nell’avere pazienza e nell’affidarsi, tra l’altro, all’esperienza del tecnico Mino Francioso. L’allenatore brindisino, essendo l’uomo con più esperienza alle spalle e smisurato carisma in seno alla squadra, sicuramente saprà suggerire le soluzioni giuste ai problemi di questa squadra.
(Oronzo Cardone/asdfrancavillacalcio.com)

venerdì 14 novembre 2008

PREVIEW FRANCAVILLA-GROTTAGLIE


Entrambe in crisi di risultati, entrambe ancora alla ricerca di una definitiva identità. Francavilla e Grottaglie si affrontano col piglio di chi deve lasciarsi alle spalle le polemiche e la fatica. Si affrontano soprattutto due squadre in difficoltà: il Francavilla non propriamente convinto di sè, il Grottaglie con l’andatura incerta e alla ricerca della prima vittoria stagionale.

Vince chi ci crede, stavolta: non sarà, probabilmente, la differenza di qualità a decidere, ma la voglia di provarci e gli strumenti scelti per farlo. Sarà una corsa sul pallone: chi arriva prima ha più possibilità, chi ha voglia di lottare può spuntarla. Sfida di umori, con il pubblico delle grandi occasioni, per un derby, sulla carta “interprovinciale”, ma tra due città separate da soli 12 chilometri.
La settimana di preparazione non ha risparmiato preoccupazioni neanche all’allenatore Mino Francioso. Le squalifiche hanno minato la vera forza della compagine, vale a dire i centrocampisti Travaglione e Morleo, fermati per 90 minuti per la quarta ammonizione rimediata nel match di domenica scorsa contro il Genzano. Il tecnico di Brindisi, oltre alla limitata condizione di capitan Antonio Gallù, ha dovuto registrare lo stato non ottimale di Foderaro, anche lui alle prese con dei problemi muscolari. Il resto dell’impianto, ritemprato sul 4-3-2-1, reggerà in mezzo al campo con Paglialunga (spostato al centro per l’occasione), Gioia e Nasca. A Malagnino il compito di agire al servizio delle due “torri” Sergi e Galeandro. Il reparto arretrato dovrebbe essere composto dai terzini Di Pasquale e Gallo e dalla coppia centrale Anglani-Falanca. In porta, visto il costretto impiego di Gioia (classe 1988) in mezzo al campo, Mino Francioso potrebbe affidarsi all’esperienza di Leo Di Punzio.

Sulla sponda Grottaglie, mister Enzo Del Rosso, visto il ritardo nel recupero di Ciccio Latartara, a centrocampo dovrebbe affidarsi alla coppia Piroscia-Marini, supportata dagli esterni Fraschini e D'Amblè. Il duo d'attacco dovrebbe essere formato dall'esperto Claudio Piperissa in tandem con De Angelis. Sulla linea arretrata, il tecnico molfettese, si affiderà sicuramente all'esperienza della coppia Bennardo-Camassa e dei terzini D'Amario e Favret. All'esperto Di Leo saranno consegnate le chiavi della porta.
Il match avrà inizio alle ore 14.30 e la conduzione è stata affidata al sig. Ambrogio Marco della sezione di Cosenza, coadiuvato dagli assistenti Boz Francesco e Amedeo Davide, entrambi della sezione di Crotone.

giovedì 13 novembre 2008

FRANCIOSO PREDICA CALMA E RAZIONALITA'


Ancora un’occasione sprecata dal Francavilla per dare la scossa a questo campionato. La squadra di mister Francioso ha pareggiato per 1 a 1, in casa contro un arcigno e scorbutico Sporting Genzano, una sorta di play out anticipato. I biancocelesti hanno giocato solo per un tempo, lasciando il campo ai giovani ma combattivi avversari nella ripresa. Ma la situazione più sconcertante è stata ancora l’imprecisione negli ultimi sedici metri. Creare decine di palle gol e finalizzarne solo una non ammette giustificazioni di sorta. In tal modo, si vanifica lo sforzo di tutta la squadra. In effetti nessuno del Francavilla ha lesinato impegno o gocce di sudore. Purtroppo, per i padroni di casa, la fatica non è stata adeguatamente ricompensata con il successo. A fine partita parte del pubblico francavillese ha accompagnato con i fischi i giocatori verso gli spogliatoi.
Pesanti sono state le dichiarazioni a caldo del patron Mino Distante, il quale ha accusato di scarso impegno i calciatori con il compito di far la differenza, e ha indetto una riunione tra staff tecnico e dirigenziale per fare un punto sulla situazione e chiarire eventuali problematiche, ricorrendo addirittura all’epurazione della rosa.
A stemperare gli animi ci ha pensato subito il carismatico Mino Francioso. “Il presidente è molto deluso – ha affermato il tecnico di Brindisi – avrà senza ombra di dubbio le sue ragioni, ma bisogna stare calmi perché siamo in linea con i programmi che ci siamo prefissati a inizio stagione”.
Il patron, essendo anche un tifoso, oltre che presidente, magari preso dalla rabbia per il mancato successo contro una diretta concorrente alla lotta salvezza, si è lasciato andare con qualche espressione esagerata. Ciò, però, non vorrà dire che bisognerà adagiarsi sugli allori.

Domenica ci sarà un altro delicatissimo scontro in coda, avversario di turno sarà il Grottaglie di Enzo Del Rosso, compagine alla ricerca disperata della prima vittoria in campionato. Non sarà facile per il Francavilla, che dovrà fare a meno di due pedine importantissime del centrocampo, quali Morleo e Travaglione, entrambi fermati dal Giudice Sportivo per la quarta ammonizione.
Ieri sono ripresi gli allenamenti sul green del Giovanni Paolo II, a mister Francioso il compito di preparare nel migliore dei modi il match di domenica prossima contro i cugini del Grottaglie. Non sono concessi altri passi falsi, un’altra mancata vittoria relegherebbe i biancocelesti in piena zona play-out.


Oronzo Cardone/www.asdfrancavillacalcio.com

A volte ritornano...


Stavolta non si tratta di storie di droga, non si tratta del grandissimo Maradona calciatore, ma di una nuova parentesi che si sta aprendo nella sua incredibile vita: la carriera da allenatore.
Diego circa un mese fa aveva espresso il desiderio di poter allenare un giorno la nazionale argentina, ma a tutti era sembrato più come una richiesta stile “la pace del mondo” che un’affermazione da prendere sul serio.
Eppure proprio il giorno del suo compleanno la federazione argentina ha deciso di fargli questo incredibile regalo: Diego Armando Maradona è il nuovo commissario tecnico dell’Argentina.
A questo punto viene spontaneo domandarsi: “perché lui?”. Basta essere il miglior giocatore della storia per poter ambire a un posto simile? Basta avere alle spalle una piccola parentesi fallimentare da allenatore nell’Argentinos Juniors? Forse la risposta a tutte queste domande è che devi essere un dio per la nazione che ti ha sempre osannato, che ti ha tifato quando vincevi e che ti ha pianto quando stavi male per poter chiedere ogni cosa e veder esaudito ogni tuo desiderio. E come spesso accade quando si tratta di Maradona se ne vadano al diavolo ogni razionalità, ogni malpensante che pensa sia una catastrofe dare la nazionale in mano ad una persona, che ha sempre vissuto al limite tra la vita e la morte e che pensa che la tattica è un aspetto del calcio assolutamente irrilevante. Se ne vada al diavolo chi dice che spesso e volentieri il termine “grande calciatore” non è sinonimo di “grande allenatore”, basti pensare che l’unica persona ad aver vinto una Coppa del Mondo da allenatore e da tecnico è stato Franz Beckenbauer e che a parte Johan Cruyiff nessun altro grande giocatore ha poi ripetuto le sue gesta da allenatore. Se ne vadano al diavolo tutti coloro che non credono nelle magie di Diego Armando, perché con il suo carattere e con l’apporto strategico di Bilardo tutto è possibile. Fatevi da parte malpensanti, ora tocca ancora a Diego e che lo spettacolo cominci, anche se temo che stavolta alla fine dello show ci saranno solo fischi per il giocatore più mirabolante ed estremo della storia del calcio.

mercoledì 12 novembre 2008

Stati Uniti- Italia, proviamo un confronto: il popolo governa (?)

La storica notte del 5 novembre 2008, i due candidati alla carica presidenziale, dopo una agguerrita campagna elettorale, l’uno da vincitore e l’altro da sconfitto, hanno dato prova di un ammirevole fair-play, tale da poter dire che, la loro, sia stata quanto di più vicino a una competizione democratica. Abbiamo, infatti, ascoltato un Obama trionfante congratularsi con il suo avversario elencandone i meriti e un Mac Cain deluso, ma dignitoso, ammettere i suoi errori e, particolare degno di nota, riconoscere solennemente Obama come suo Presidente. Significativo, a questo proposito, è stato l’elegante «please, please», accompagnato da un pacato gesto delle mani, con il quale Mac Cain ha zittito alcuni suoi sostenitori che si erano lasciati andare a cori di disapprovazione contro Obama. E, come corollario di questo reciproco rispetto, i due competitori si sono impegnati a collaborare per il bene del proprio Paese.
Si tratta di scene a cui noi italiani non siamo abituati e, personalmente, le ho vissute con sentita ammirazione, ma una volta passato il coinvolgimento emotivo ho riflettuto sulle motivazioni che sono alle base di comportamenti tanto esemplari.
«La risposta è la voce di giovani e vecchi, ricchi e poveri, Democratici e Repubblicani, neri, bianchi, ispanici, asiatici, nativi d’America, gay, eterosessuali, disabili e non disabili: tutti americani che hanno inviato al mondo il messaggio che noi non siamo mai stati un insieme di Stati Rossi e Stati Blu. Noi siamo e sempre saremo gli Stati Uniti d’America»
, afferma Obama da Chicago, mentre Mac Cain, da Phoenix, con toni meno commoventi, ma in maniera altrettanto eloquente, incalza: «Quali che siano le nostre differenze, siamo tutti americani». Ecco quale è il segreto della democrazia americana: il popolo americano.
Il profondo sentimento di appartenenza alla nazione, pervaso da una rigida logica protestante, è il collante di una società estremamente eterogenea e da esso promana una sentita, ma non cieca, fiducia nelle istituzioni, la cui legittimazione proviene dal basso tramite continue verifiche elettorali. Spesso ci si dimentica che i cittadini americani non votano solo il Presidente: certamente, l’enorme affluenza alle urne, in occasione dell’ultima tornata elettorale, è un dato che ha fatto storia a dispetto di una partecipazione elettorale generalmente bassa, ma il cittadino americano è chiamato periodicamente ad esprimere il proprio voto per il rinnovo del Congresso, delle istituzioni statali e locali e per le primarie di partito.
Questi meccanismi, insieme ad una saggia ingegneria istituzionale, consentono una buona tenuta e un buon funzionamento delle istituzioni democratiche, mettendole nelle condizioni di superare anche gravi momenti di crisi. Naturalmente la democrazia americana non è esente da contraddizioni, ma in questa sede credo che sia più interessante osservarne i punti di forza, spesso adombrati da un cieco antiamericanismo. Non si riuscirebbe altrimenti a spiegare come un afroamericano sia stato eletto alla più alta carica di un Paese in cui, storicamente ieri, vigeva l’apartheid. Si tratta di un’ulteriore conferma della forza della coesione che, in questo caso, si esplica in una straordinaria capacità di assorbire le trasformazioni sociali, secondo un processo continuo, seppur non privo di fratture anche molto radicali.
Ora, l’intento di questa analisi, non è certamente quello di tessere le lodi degli Stati Uniti, bensì partire da queste osservazioni per riflettere sui motivi della scarsa fede che i cittadini italiani hanno nelle istituzioni che dovrebbero rappresentarli.
É sufficiente attribuire la responsabilità di questa grave falla all’incapacità della nostra classe dirigente?
Ma se la democrazia è il governo del popolo, mi chiedo: l’Italia ha un popolo? Per dirla alla D’Azeglio, li abbiamo fatti gli italiani?

Week-end in Click - 9 novembre 2008

Abbraccio finale tra Sciaudone e Giorgino (Pistoiese-Taranto) - Ninni Cannella