Stavolta non si tratta di storie di droga, non si tratta del grandissimo Maradona calciatore, ma di una nuova parentesi che si sta aprendo nella sua incredibile vita: la carriera da allenatore.
Diego circa un mese fa aveva espresso il desiderio di poter allenare un giorno la nazionale argentina, ma a tutti era sembrato più come una richiesta stile “la pace del mondo” che un’affermazione da prendere sul serio.
Eppure proprio il giorno del suo compleanno la federazione argentina ha deciso di fargli questo incredibile regalo: Diego Armando Maradona è il nuovo commissario tecnico dell’Argentina.
A questo punto viene spontaneo domandarsi: “perché lui?”. Basta essere il miglior giocatore della storia per poter ambire a un posto simile? Basta avere alle spalle una piccola parentesi fallimentare da allenatore nell’Argentinos Juniors? Forse la risposta a tutte queste domande è che devi essere un dio per la nazione che ti ha sempre osannato, che ti ha tifato quando vincevi e che ti ha pianto quando stavi male per poter chiedere ogni cosa e veder esaudito ogni tuo desiderio. E come spesso accade quando si tratta di Maradona se ne vadano al diavolo ogni razionalità, ogni malpensante che pensa sia una catastrofe dare la nazionale in mano ad una persona, che ha sempre vissuto al limite tra la vita e la morte e che pensa che la tattica è un aspetto del calcio assolutamente irrilevante. Se ne vada al diavolo chi dice che spesso e volentieri il termine “grande calciatore” non è sinonimo di “grande allenatore”, basti pensare che l’unica persona ad aver vinto una Coppa del Mondo da allenatore e da tecnico è stato Franz Beckenbauer e che a parte Johan Cruyiff nessun altro grande giocatore ha poi ripetuto le sue gesta da allenatore. Se ne vadano al diavolo tutti coloro che non credono nelle magie di Diego Armando, perché con il suo carattere e con l’apporto strategico di Bilardo tutto è possibile. Fatevi da parte malpensanti, ora tocca ancora a Diego e che lo spettacolo cominci, anche se temo che stavolta alla fine dello show ci saranno solo fischi per il giocatore più mirabolante ed estremo della storia del calcio.
Diego circa un mese fa aveva espresso il desiderio di poter allenare un giorno la nazionale argentina, ma a tutti era sembrato più come una richiesta stile “la pace del mondo” che un’affermazione da prendere sul serio.
Eppure proprio il giorno del suo compleanno la federazione argentina ha deciso di fargli questo incredibile regalo: Diego Armando Maradona è il nuovo commissario tecnico dell’Argentina.
A questo punto viene spontaneo domandarsi: “perché lui?”. Basta essere il miglior giocatore della storia per poter ambire a un posto simile? Basta avere alle spalle una piccola parentesi fallimentare da allenatore nell’Argentinos Juniors? Forse la risposta a tutte queste domande è che devi essere un dio per la nazione che ti ha sempre osannato, che ti ha tifato quando vincevi e che ti ha pianto quando stavi male per poter chiedere ogni cosa e veder esaudito ogni tuo desiderio. E come spesso accade quando si tratta di Maradona se ne vadano al diavolo ogni razionalità, ogni malpensante che pensa sia una catastrofe dare la nazionale in mano ad una persona, che ha sempre vissuto al limite tra la vita e la morte e che pensa che la tattica è un aspetto del calcio assolutamente irrilevante. Se ne vada al diavolo chi dice che spesso e volentieri il termine “grande calciatore” non è sinonimo di “grande allenatore”, basti pensare che l’unica persona ad aver vinto una Coppa del Mondo da allenatore e da tecnico è stato Franz Beckenbauer e che a parte Johan Cruyiff nessun altro grande giocatore ha poi ripetuto le sue gesta da allenatore. Se ne vadano al diavolo tutti coloro che non credono nelle magie di Diego Armando, perché con il suo carattere e con l’apporto strategico di Bilardo tutto è possibile. Fatevi da parte malpensanti, ora tocca ancora a Diego e che lo spettacolo cominci, anche se temo che stavolta alla fine dello show ci saranno solo fischi per il giocatore più mirabolante ed estremo della storia del calcio.
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