Qualcosa di più di una partita e, forse, qualcosa di più di una vittoria. E’ tornata a galla la statura mentale e del cuore. La statura di quei valori che rendono superiori a tutto. Il Francavilla vince per la prima volta in questo campionato, vince cinque mesi e mezzo dopo l’ultima volta (Francavilla-Sant’Antonio Abate 1-0, il 10 maggio). Una vittoria è sempre una sintesi di meriti, un incrocio di sorrisi, una ricompensa di gruppo. Una vittoria rassicura le menti, riapre il cuore, allontana le ansie. Una vittoria cambia la vita, anche quando la posizione in classifica non migliora. E’ presto per dire se il Francavilla ha cominciato una nuova vita, è presto per dare giudizi lungimiranti o certezze assolute. E’ il momento l’unico spunto da commentare, senza andare oltre temporalmente, senza affondare le parole. L’attualità, l’attimo che passa: si parla di questo e, parallelamente, si vede la figura di Gigi De Rosa prestarsi alla riflessione. Protagonista: di una resistenza organizzata, di una vittoria che gli appartiene. Il Francavilla che interrompe un andamento pericoloso (9 partite, nessun successo) è un suo prodotto morale, un suo capolavoro mentale: il prodotto di un atteggiamento positivo, di parole di guida del gruppo. De Rosa ha visto, sentito, gestito: entrato nello spogliatoio con l’aria da fratello maggiore, con lo spirito di chi ha visto già cose del genere e, quindi, sa come si fa. De Rosa ha preso in mano le redini del gruppo, è sfuggito ai problemi, al disordine, alle ansie di una squadra molto modesta in un torneo partito malissimo. Ha sfidato tutto e tutti. Senza supponenza, senza cattiveria, né toni polemici. Ha dato persino l’impressione di abitare in un mondo diverso e lontano da questo: sorridendo, fingendo che i problemi fossero altrove, oppure affrontandoli con disincanto.Mentre faceva questo sgobbava: blindando i giocatori, dando una forma al collettivo. Ha avuto in mano un gruppo formato a piccole dosi, con gente catapultata in una dimensione superiore ai propri mezzi, gente alla ricerca di un posto al sole, con limiti tecnici e condizione precaria.
Il Francavilla di oggi è un gruppo che si sta lentamente amalgamandosi, e che sa che salvarsi non è questione agevole e sa che, a questa latitudine di classifica, non c’è spazio per lo spettacolo, non ci sono margini per il divertimento. Ingeneroso, però, parlare solo di un Francavilla arcigno, circoscrivere tutto nella distruzione e nella resistenza. Il Francavilla gioca, anche: con la testa, in perfetta simbiosi con la guida della panchina. Ora sa stare in campo senza sbilanciarsi, senza chiedere troppo a se stesso. Ognuno tiene la sua posizione, senza sbilanciarsi, rendendo solida la struttura e intelligente lo sviluppo della partita: i biancazzurri vivono in attesa degli spazi, della distrazione altrui, gestiscono i rischi e i ritmi, senza cambiare andatura, affrontando gli sfoghi degli avversari e poi riemergendo con pazienza, catturando spazi.
De Rosa va avanti, non gli piace pensare che questo momento possa finire. Va avanti, ci piace che il suo sorriso possa vincere ancora. De Rosa è questo: un simpatico condottiero che non segue i ‘rumors’ verso l’asta, non si preoccupa di quanto accadrà e di chi potrebbe avere altri nomi. Attendiamo, con coscienza: i problemi non sono tutti risolti. Possono finire oggi, possono tornare domani. Ma intanto il Francavilla ha vinto facendo un passo in avanti.